L'ARMATA BRANCALEONE

World to the West

Sviluppatore: Rain Games
Publisher: Rain Games
Genere: Avventura 3D
Disponibile: Digital
PEGI: 7+
Lingua: Italiano
Versione Testata: Nintendo Switch
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review

Durante l’anno 2013, quando il mercato indie stava già iniziando a bussare prepotentemente alla porta dei big del settore videoludico, la software house indipendente norvegese Rain Games stupiva il pubblico con Teslagrad. Una sorta di metroidvania mescolato con elementi puzzle inserito in un’ambientazione affascinante in stile “vecchia Europa del nord”, il tutto arricchito con un comparto grafico/sonoro di altissimo pregio. Proprio per questi motivi l’annuncio di World to the West ha scatenato nel sottoscritto, grande fan ed amante di Teslagrad, la più grande gioia: un nuovo gioco da parte degli stessi creativi che hanno dato vita a quel mondo così oscuro ed affascinante? World to the West ha di certo l’impronta tipica del team Rain Games…ma la magia finisce molto presto lasciando spazio ad una ben più realistica sensazione di smarrimento.

L’avventura inizia con il giocatore nei panni di Lumina, una giovane “teslamancer” che collega chiaramente il gioco attuale al predecessore: questi tecnomanti sono infatti in grado di manipolare strumenti che controllano il potere dell’elettricità. Insieme a Lumina il giocatore farà presto la conoscenza di Knaus, Miss Teri e Lord Clonington: la strana tetrade si ritroverà presto coinvolta in una situazione assai spiacevole che costringerà questi quattro sconosciuti a collaborare per fermare i piani del malvagio Tychoon, uno spregiudicato affarista che non si fermerebbe di fronte a nulla pur di ottenere guadagni. Il crudele magnate infatti punta ad uno strumento di immensa potenza in grado di cambiare il clima di tutto il mondo a piacimento. Già da queste prime righe è facile comprendere la più grande differenza tra Teslagrad e World to the West: la trama qui è chiara ed esplicita con tanto di dialoghi, mentre il gioco precedente lasciava molto più spazio alla libera interpretazione con il geniale utilizzo di scenette mute. Per quanto la storia narrata ed i personaggi siano apprezzabili, si avverte fin da subito un brusco “calo” di ispirazione da parte degli sviluppatori: Teslagrad è un vero e proprio monumento videoludico all’art design, all’abilità di narrare in silenzio. World to the West invece sembra molto “sempliciotto” in generale, offrendo una trama simpatica ma decisamente sottotono rispetto a quanto visto nell’illustre predecessore.

UNA SPIACEVOLE PASSEGGIATA

Nonostante questi piccoli difetti, la narrazione e la scoperta dei personaggi si rivelano azzeccate ed utilizzano una sorta di cartoon violence (soprattutto psicologica) che culmina nel crudele sfruttamento di bambini che lavorano come bestie in una miniera al soldo di Tychoon. Knaus e compagni sono infatti tenuti a bada dalla falsa convinzione, instillata da Tychoon stesso, di trovarsi sulla Luna e quindi impossibilitati a fuggire. Nonostante tutti i personaggi principali presentino un background interessante, quello di Knaus spicca con prepotenza. World to the West è un ibrido action RPG e puzzle: la componente di gameplay relativa alla risoluzione di rompicapi è certamente quella più riuscita insieme alle coinvolgenti boss battles. Il resto purtroppo è assai meno roseo.

In effetti il titolo targato Rain Games possiede un’altra caratteristica che pare presa di peso da titoli strategici in tempo reale (in stile Commandos per intenderci, o il pìù recente e bellissimo Shadow Tactics: Blade of the Shogun) e che consente al giocatore di utilizzare i quattro protagonisti separatamente, scambiandoli in prossimità dei totem preposti che fungono anche da teletrasporto per viaggi rapidi. Ogni personaggio possiede abilità uniche che permettono di eseguire azioni impossibili con altri membri del gruppo: la collaborazione è quindi fondamentale per aprirsi la strada verso nuove zone e proseguire all’interno del gioco. La meccanica potrebbe essere interessante ma è resa in modo estremamente macchinoso, lento e noioso: il giocatore viene costretto a tornare ogni volta nei pressi di un totem per scambiare i personaggi, magari attraversando vaste zone, mentre sarebbe stato molto più funzionale permettere lo switch in qualunque momento per accelerare i tempi. Altro demerito del gioco è certamente la scarsa qualità dello stile grafico: non è davvero comprensibile come gli sviluppatori possano aver preferito la scarna grafica 3D low poly presente in World to the West al posto delle maestose scenografie disegnate a mano di Teslagrad. Un passo indietro davvero disarmante che rovina in gran parte l’esperienza di gioco presentando mondi scarni e, nella versione Switch testata, sogetti ad inspiegabili cali di frame rate in alcune situazioni.

Pollice alzato invece per il comparto sonoro che comprende melodie molto azzeccate sia quando si vaga in una tranquilla zona collinare sia quando si affronta uno degli Orridi, mostri oscuri assai pericolosi. In definitiva World to the West rappresenta un “mezzo scivolone” per i ragazzi di Rain Games: pur restando un titolo con alcuni punti positivi, ci si trova a livelli completamente differenti rispetto all’alta qualità apprezzata in Teslagrad. Un vero peccato sotto più fronti.

Contenuti

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World to the West è un brutto scivolone per il team indipendente Rain Games: nonostante il gioco riesca comunque ad offrire momenti coinvolgenti, il resto è basato su una struttura traballante e poco intrigante. Il cambio di stile grafico in favore di un 3D “low poly”, il gameplay ibrido RPG/Puzzle, i cambi tra personaggi e la struttura esplorativa sono scialbi e poco convincenti. Dal team creatore di Teslagrad, una vera perla, era lecito aspettarsi molto di più: spesso, quando non si sa bene cosa fare, è meglio restare sui binari già battuti piuttosto che lanciarsi in avventure fin troppo spericolate. Un gioco più che sufficiente, ma che non riesce a colpire nel segno.

semafori indie-02

Good

  • Trama ed ambientazioni interessanti.
  • Buon comparto sonoro.
  • Elementi puzzle sempre brillanti...

Bad

  • ...che purtroppo scompaiono di fronte ad un gameplay generalmente noioso e privo di mordente.
  • Stile grafico decisamente scialbo e di scarso impatto.
  • Bug sparsi che possono creare problemi.
6.5

Entrato nel castello di Dracula negli anni '80, non ne è più uscito e vaga per i saloni in 8-bit chiedendosi che fine abbiano fatto i bei videogiochi di una volta