Una corsa di troppo...

Super Meat Boy Forever

Super Meat Boy Forever

Sviluppatore: Team Meat
Distributore: Team Meat
Formato: Digital
Localizzazione: Inglese
Versione Testata: PS4
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review

Andando subito al sodo: la storia di questo Super Meat Boy Forever riprende concept e feeling del celebre titolo originale, con il consueto malloppo di citazionismi visivi rivolti a giocatori vecchia scuola. Dr. Fetus, classico antagonista della serie, è tornato alla carica per prendersi la sua vendetta: mentre Meat Boy e la consorte Bandage Girl si stanno godendo un pic-nic, il cattivone appare e rapisce il piccolo Nugget, figlio diletto dei due protagonisti. Desiderosi di riappropriarsi del frugoletto (che si rivela tutt’altro che indifeso, almeno a giudicare dalle varie cutscenes) i due si lanciano all’inseguimento del malefico Dr. Fetus percorrendo varie locazioni costellate di pericoli mortali.

Super Meat Boy ForeverNulla di più e nulla di meno, insomma, in questo incipit appena sufficiente a imbastire una motivazione plausibile per far muovere personaggio e giocatore attraverso un gran numero di livelli in puro stile “precision platformer”. Del resto, queste erano le premesse dell’originale Super Meat Boy: peccato che nel passaggio al sequel molto di quanto sembrava apprezzabile alle origini della saga sia andato irrimediabilmente perso. L’assenza di Edmund McMillen, allontanatosi già da qualche tempo da questa produzione, si percepisce sia sul piano puramente artistico che su quello propriamente ludico. I giochi targati McMillen hanno infatti un tocco speciale, unico e riconoscibile, mentre qui siamo chiaramente di fronte a una derivazione che tenta di “imitare” i classici tropes del gioco originale ma edulcorandoli per renderli più digeribili al pubblico generale. Le gag e le cutscene cartoonesche sono dunque svuotate degli ormai inconfondibili doppi sensi che hanno reso celebri i tempi di McMillen & soci.

Detto questo, il gioco presenta una veste grafica decisamente ben realizzata: il progetto Meat Boy dispone ora di risorse economiche molto superiori rispetto ai tempi del primo gioco, con evidenti benefici lato grafico e produttivo. Le animazioni sono morbide e ben realizzate e in generale tutto ciò che riguarda il mero lato artistico/sonoro è di alta qualità. Certo, anche in questo caso l’assenza di McMillen si proietta anche sul tenore del comparto musicale, spogliandolo delle melodie ispirate e leggermente oscure del gioco originale.

Super Meat Boy Forever

La vera caduta di stile di Super Meat Boy Forever – se così si può chiamare – diventa però evidente sin dai primi momenti di gioco. Certo, l’introduzione iniziale e in generale la mappe “overall” richiamano il predecessore, ma il gameplay si focalizza immediatamente su inedite meccaniche da autorunner. Va specificato che il gioco era, almeno inizialmente, progettato per dispositivi mobile ed ha mantenuto un’impostazione decisamente simile a ciò che è possibile trovare senza difficoltà su ogni store digitale per smartphone. Una fine che suona ingloriosa per un titolo che è stato uno dei capostipiti del mercato indie moderno. La corsa inarrestabile del personaggio si ferma solo davanti ad un ostacolo, sul quale è possibile effettuare salti a parete ed invertire la direzione di marcia. Pugni in salto e pugni in scivolata permettono di eliminare nemici e velocizzare brevemente il movimento per evitare ostacoli o trappole mortali.Super Meat Boy Forever L’impressione di trovarsi di fronte a un semplice trial&error è preponderante esattamente come lo era nel gioco precedente, eppure qui si ha la sensazione di avere a che fare con qualcosa di decisamente meno “ragionato”. Il colpo di grazia è rappresentato dalla possibilità di affrontare livelli generati proceduralmente: un vero e proprio tradimento del concept del primo gioco, che era basato principalmente su un’attenta e meticolosa creazione dei livelli.

Super Meat Boy Forever archivia forse un’epoca: quella degli “indie d’autore”, che hanno gettato le basi per l’industria moderna del videogioco indipendente. L’iconico prodotto ideato da Edmund McMillen si trasforma ora in un maldestro tentativo di accaparrarsi il pubblico casual. Se l’obiettivo finale era quello di danneggiare pesantemente l’eredità morale di Meat Boy, allora è possibile dire con certezza che Dr. Fetus ha vinto.

semafori indie-02

Super Meat Boy Forever potrebbe diventare un “caso di studio” su cosa non si deve fare per produrre un sequel di un gioco famoso e celebrato. Nonostante alcune buone idee e un comparto tecnico apprezzabile, il resto è tremendamente inferiore alle aspettative, soprattutto considerato l’ampio lasso di tempo intercorso tra gioco originale e sequel. Un autorunner che non sfigurerebbe di certo nell’ampio mercato dei titoli per smartphone, ma che è ben lungi dall’essere ciò che il primo titolo ha rappresentato per l’industria degli indie moderni. Edmund McMillen si è allontanato dal suo “pargolo” tempo fa, ed ora è facile intuire il perché.

 

Good

  • Deciso upgrade a livello tecnico e grafico.
  • Parte delle idee iniziali ancora presenti.

Bad

  • Gameplay basato su meccaniche da autorunner decisamente discutibili.
  • I livelli generati proceduralmente hanno poco senso.
6

Entrato nel castello di Dracula negli anni '80, non ne è più uscito e vaga per i saloni in 8-bit chiedendosi che fine abbiano fatto i bei videogiochi di una volta