I'm on the road again

Road 96

Sviluppatore: Digixart
Distributore: Digixart
Formato: Digital
Localizzazione: Inglese
Versione Testata: PC
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review

Poco prima di iniziare a scrivere questa recensione, ho pensato che Road 96 fosse un ottimo titolo di debutto per uno studio nuovo nel panorama videoludico. Invece sono rimasto alquanto sorpreso nello scoprire che il creatore è Yoan Fanise, autore di Valiant Hearts e 11:11 Memories Retold, due giochi che hanno come punto in comune l’ambientazione durante la prima guerra mondiale e il racconto attraverso i protagonisti loro malgrado al centro del conflitto. A questo punto non potevo fare altro che dare il meglio di me stesso e far sapere a quanta più gente possibile quanto Road 96 sia meritevole.

Nell’estate del 1996 fervono i preparativi per l’imminente campagna elettorale di Petria, una nazione che, a dieci anni di distanza da una frana che ha distrutto diverse vite, si trova divisa tra i sostenitori di un presidente despota e un gruppo di rivoluzionari che cercano di cambiare le sorti di quello che potrebbe essere un futuro dittatoriale e senza libertà per i suoi cittadini. Tra notiziari e giornalisti largamente di parte, criminali da strapazzo e personaggi in cerca di vendetta, vestiremo i panni di un adolescente scappato di casa per motivi personali, alla ricerca di un futuro più prospero al di là del confine, diviso da un muro all’apparenza insormontabile ma sorvegliato dalla polizia che non esiterà a sparare a chiunque tenti di attraversarlo.Road 96Road 96 si è presentato con un trailer molto accattivante, dove il punto di forza non sono solo la storia e i suoi teatranti, ma il modo in cui viene raccontato, ossia attraverso i punti di vista di molteplici protagonisti che viaggiano lungo centinaia di chilometri di strade quasi deserte, sfruttando vari metodi di trasporto, inclusi taxi, autobus e persino l’autostop. Non è affatto facile far rientrare questo lavoro all’interno di un solo genere. Alla base si tratta di un gioco di avventura, nel quale il nostro scopo è quello di arrivare, in un modo o nell’altro, dall’altra parte del muro. Eppure, è presente anche una robusta componente roguelike, data dalla generazione procedurale che rende ciascun viaggio differente e permette di imparare sempre nuovi dettagli sui personaggi, i quali ad ogni traversata rivelano le proprie opinioni sulla situazione politica di Petria e su ciò che pensano veramente di un sistema di cui sono, volontariamente o meno, ingranaggi. La maggior parte delle volte i dialoghi servono a proseguire nella storia, ma spesso saremo costretti a prendere posizione riguardo alle vicende di cui siamo testimoni; le nostre parole hanno un peso e contribuiscono ad influire sulle elezioni e sullo sviluppo dei personaggi stessi.

Trattandosi di un gioco nel quale la maggior parte dell’azione viene svolta dalle scelte nei dialoghi, il gameplay non offre molto di più a parte semplici enigmi necessari per il progresso dello scenario e per aprire ulteriori opzioni di conversazione. Un elemento che contribuisce a rendere più variegata l’esperienza è l’opportunità di apprendere diverse abilità, come l’aumento di forza persuasiva o dell’energia – utile a sopravvivere il più a lungo possibile durante il viaggio. Tali abilità funzionano secondo il tradizionale principio dello “skill check” dei vecchi giochi di ruolo, sbloccando nuove risposte e domande da utilizzare lungo il tragitto. Al di fuori dell’onnipresente meccanica dialogica si trovano svariati minigiochi: aiutare un giovanissimo genio dell’informatica ci permette di dargli qualche input sul funzionamento di un videogioco stile “Tank”, o di sfidarlo ad un arcade simile a “Pong”, mentre in altre circostanze potremo guadagnare qualche soldino in più per il viaggio facendo dei lavoretti semplici, quali servire cocktail in un bar a lato della strada, oppure cercando fortuna nei gratta e vinci. Niente di eccezionale, dunque, ma perfettamente coerente con quello che stiamo giocando, vale a dire un punta e clicca esplorativo con meccaniche aggiuntive.Road 96

Narrativamente parlando, Road 96 è sceneggiato piuttosto bene. Non siamo di fronte a una trama particolarmente ispirata e originale, ma il modo in cui essa viene strutturata offre molteplici punti di vista su una vicenda che ci vede protagonisti e osservatori allo stesso tempo. Si tratta di una storia che si costruisce in senso “corale”, in bilico tra una nazione che sembra non offrire il minimo supporto per i suoi cittadini e un’altra che invece promette una vita più serena e libera rispetto alla tirannia del presidente di Petria. Nonostante l’ambientazione distopica, in Road 96 i temi trattati sono parecchio reminiscenti delle vicende accadute nel mondo nell’ultimo lustro tra Brexit e Donald Trump, due eventi che hanno fortemente cambiato le vite della maggior parte della popolazione. A ricordare ancor più il mondo reale contribuisce l’inclusione, all’interno della colonna sonora, di “Bella Ciao”, brano popolare della resistenza dei partigiani italiani contro i nazisti, di recente divenuta una hit internazionale grazie a La casa di carta. D’altra parte, una menzione speciale va proprio alla musica, un mix di tracce lo-fi hip hop, techno, folk e acustiche, perfette per fantasticare con la mente come un passeggero in viaggio verso mete sconosciute, durante una notte stellata o sotto una pioggia scrosciante.

Insomma, Road 96 è un titolo consigliato a chi cerca un’esperienza nella quale la storia e i personaggi hanno un ruolo di primissimo piano rispetto al gameplay, che si limita a essere accessorio alla narrazione. Il risultato complessivo è più che soddisfacente e consolida ancor di più la reputazione di buon narratore di Yoan Fanise.

verde

8

Sommerso da una montagna di film vecchi e nuovi da recuperare, trova il tempo per i videogiochi dei quali è fan sin dai tempi dei Puffi sul Super Nintendo!