Ritorno all'isola che... c'è!

Pokémon Ultrasole & Pokémon Ultraluna

Sviluppatore: Game Freak
Publisher: Nintendo
Genere: RPG
Disponibile: Digital+retail
PEGI: 7+
Lingua: Italiano

Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review

Alla fine il fatidico giorno è giunto: sono passati all’incirca cinque mesi e mezzo da quel 6 giugno quando, a tre giorni dal mio ventitreesimo compleanno, Nintendo decise di “regalarmi” inaspettatamente un comunicato ufficiale nel quale si annunciava l’uscita di due nuovi titoli della serie principale, Pokemon Ultrasole e Ultraluna. Definiti fin da subito come “rivoluzionari” – ancor più dei precedenti episodi – essi erano altresì presentati come l’ultima espressione dell’IP concepita per lo storico e iconico 3DS. Una convergenza di fattori tanto importante richiede pertanto un’analisi accurata.

La trama principale prende il via in maniera per nulla dissimile da quella che caratterizzava il precedente episodio: il nostro protagonista viene scelto attraverso una videochiamata del professore di turno, il ben noto Kukui dal quale – una volta stanziati nella nuova casa con la propria madre e il fedele Meowth – si riceve il primo compagno di avventure, nel contesto di una rivisitata (e “petalosa”) regione di Alola. In ogni caso, fin dall’inizio alcuni dettagli rendono la nuova avventura piuttosto differente rispetto a quella affrontata un anno fa, e la diversificazione delle possibilità lascia piacevolmente colpiti. Sin dai primi percorsi, infatti, il giocatore può dedicarsi sia alle prove principali sia a numerose subquest, che spaziano dalla risoluzione di misteri alla consegna di lettere. Come già in passato, l’avventura non prevede le tradizionali lotte in palestra e il raggiungimento della ben nota Lega Pokémon; al contrario, è necessario affrontare il cosiddetto “Giro delle isole”, che propone delle prove alternative e meglio studiate, seppur non molto differenti rispetto a quelle di un anno fa.

NUOVA STORIA, VECCHI PROTAGONISTI (O QUASI)

Il viaggio attraverso questa (seppur minimamente) rinnovata regione prosegue fino al fatidico momento dello “Scontro Finale” con il leggendario di turno; da quel momento in poi si dipana la fase finale della main story, che contempla la consueta redenzione del personaggio cattivo, la possibilità di catturare il leggendario di copertina e, per concludere, l’ultima prova del giro delle isole, che conduce alla lega Pokemon e alla conclusione della prima parte della vicenda.

Questi piccoli ma significativi cambiamenti si innestano su una narrazione che, pur configurandosi come ambientata in una realtà alternativa, resta per tre quarti del viaggio molto simile a quella dei vecchi titoli, come se in casa Game Freak si fosse voluto rispondere alle domande lasciate in sospeso senza però impegnarsi più di tanto. Meritevoli di nota sono invece le subquest che, nonostante siano piuttosto semplici (nonché in alcuni casi discretamente inquietanti, trattandosi di cacce agli spettri) contribuiscono a rendere l’esperienza più ricca. Ad aiutare nella longevità ci pensa il “Surf Mantine”, un minigioco che personalmente ho trovato molto ben ideato: cavalcando un Pokemon è possibile “surfare” per ottenere punti che consentono di apprendere nuove mosse da tutor particolari. C’è inoltre la possibilità di visitare gli ultravarchi, altro minigioco pregevole che sfrutta il principio di un qualsiasi running game (mi viene in mente ad esempio Minion Rush) e permette di entrare in altri mondi alla scoperta di Pokemon non normalmente rintracciabili, inclusi leggendari e, con un po’ di fortuna, persino Pokemon shiny – o cromatici che dir si voglia.

Altra nota di merito va attribuita al post game. Dopo essere diventati campioni di Alola, infatti, si manifesta una piccola “perla” destinata ai più nostalgici: tutti i cattivi dei precedenti titoli si riuniscono sotto un’unica bandiera per conquistare del mondo. Niente male come conclusione della saga, sebbene si tratti di una maxi subquest piuttosto meccanica in cui si viene chiamati a sconfiggere uno dopo l’altro tutti gli avversari e niente più; si sarebbe forse preferito un post game più corposo, ma anche in questo caso Game Freak non sembra aver saputo sfruttare i mezzi a disposizione. È inoltre lodevole l’aver voluto aumentare la difficoltà generale assegnando capacità cognitive semiserie all’IA, che in diverse occasioni è riuscita a dare del filo da torcere anche a un giocatore storico come me (per esempio durante lo scontro con la forma finale di Necrozma). Nel corso del gioco sono rimasto piacevolmente colpito dai dialoghi e dalle interazioni tra i personaggi che Game Freak ha messo in campo: rispetto a Sole e Luna, in cui erano caratterialmente molto statici, in questi capitoli essi subiscono una notevole trasformazione, evolvendo e modificando i propri atteggiamenti con il trascorrere del tempo.

Particolare scalpore ha destato l’assenza del Pokedex Nazionale. La nuova filosofia della casa nipponica sembra essere quella di imporre l’acquisto della “Banca Pokemon”, un sistema di stoccaggio esterno compatibile con tutti i giochi della serie. Certo, al netto della comodità di avere i propri Pokemon stoccati in un unico luogo digitale, può infastidire non poco dover spendere dei soldi (parliamo di 4.99€ all’anno) per mantenere attivo il servizio.

Qualche considerazione tecnica ora. Sul piano grafico, c’è da riconoscere come Nintendo sia stata in grado di mantenere un alto livello qualitativo generale, a costo di qualche inevitabile compromesso. Ci troviamo di fronte ad ambienti in cui la vegetazione, per esempio, viene rappresentata al meglio spremendo le potenzialità di una console ormai di vecchia concezione come il Nintendo 3DS. Nonostante il risultato finale sia appagante (a scapito di alcune sgranature) è evidente come la console non riesca sempre a tener testa a un’impalcatura visiva eccessivamente pesante, che comporta qualche disturbante lag: in alcune cutscene i personaggi in cammino muovono talmente poco i piedi che sembrano fluttuare. Poco convincente – soprattutto quando in-game è notte – è la scelta artistica di “ovattare” i colori riflessandoli fastidiosamente di bianco, con un effetto più simile a una puntata di un qualsiasi programma di Barbara D’Urso che a quello che ci si aspetterebbe da un episodio di Pokemon. Nulla da dire, invece, sul comparto sonoro che remixa musiche tratte dai precedenti titoli e ne propone di nuove per gli ambienti e i personaggi introdotti in questi titoli. Anche su questo fronte non si lesina il fanservice, strizzando l’occhio ai nostalgici della serie: ogni volta che attraversando un ultravarco ci si trova a fronteggiare un leggendario delle vecchie generazioni, si possono ascoltare le musiche che nei titoli originali accompagnavano questi importanti mostriciattoli. In tal caso, i brani hanno subito un restyling che le rende più attuali e anche più piacevoli da ascoltare… insomma, non c’è il rischio di ritrovarsi torturati dagli ormai anacronistici stridii che caratterizzavano gli incontri storici in Pokemon Blu, Rosso e Giallo.

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Pokemon Ultrasole e Ultraluna offrono una versione dei precedenti capitoli rinnovata in alcuni contenuti ludici e in buona parte della storia. I difetti intrinseci della serie restano, ma vengono sfumati con intelligenza, eccezion fatta per il comparto grafico, ormai troppo ambizioso per le possibilità della console. Si tratta comunque di un prodotto davvero piacevole da giocare, che risponde a tutte le domande lasciate in sospeso in Pokemon Sole e Luna. Oppure, da un’altra prospettiva, si potrebbe dire che i titoli usciti un anno fa abbiano rappresentato una sorta di “prova generale” per verificare se le novità introdotte potessero piacere al pubblico di aficionados oppure no – e questi nuovi titoli lo confermano. Apprezzabile il comparto sonoro: in questo Game Freak percorre la strada della nostalgia, introducendo chiari riferimenti ai precedenti titoli che si estendono anche al comparto narrativo, con un post game che omaggia in modo a mio parere dignitosissimo decenni di titoli Pokemon su console portatili, in previsione dello sbarco a fine 2018, se non addirittura fine 2019 di nuovi titoli su Nintendo Switch.

verde

Good

  • Storia più articolata ed esaustiva.
  • Pokédex regionale ampliato.
  • Livello di sfida della modalità single player leggermente più pepato.
  • Comparto sonoro eccellente.
  • Grafica aggiornata e design dei personaggi rivisto (anche per coerenza).

Bad

  • Assenza del Pokedex nazionale rimpiazzato dalla banca Pokemon a 5€ all’anno.
  • Storia molto simile a quella dei vecchi titoli per ¾ di gioco.
  • Scelte artistiche a volte discutibili.
8.7

Giovane e creativo pasticcere con la passione per i videogiochi e le telecomunicazioni. Si vocifera che stia studiando la prima console interamente di pasta frolla ma pare che ancora non ci sia riuscito a causa della sua immane golosità.