
Ken Follett’s The Pillars of the Earth – Book 2
Sviluppatore: Daedalic Entertainment
Publisher: Daedalic Entertainment
Genere: Punta e Clicca
Disponibile: Digital
PEGI: 16+
Lingua: Italiano
Versione Testata: PC
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review
(Qui trovate la recensione del primo episodio)
Dopo il buon successo ottenuto dal primo capitolo e dopo aver raccolto una certa approvazione da parte della critica, Daedalic Entertainment rilascia questo “Book Two” della sua avventura grafica ispirata a I Pilastri della Terra di Ken Follett, l’avvincente romanzone d’ispirazione medievale che nel lontano 1989 incoraggiò milioni di ignari lettori a interessarsi fugacemente delle vicende dell’architettura proto-gotica dell’Inghilterra del XII secolo.
Come sempre più spesso accade all’interno delle AG suddivise in episodi interdipendenti, il capitolo centrale rischia di risultare nel migliore dei casi interlocutorio, o comunque meno pregnante rispetto all’incipit e alla conclusione. Questo “Libro Due” non fa eccezione, offrendo al giocatore un dipanarsi di trame e sottotrame dal ritmo più annacquato e sicuramente meno sostenuto se confrontato con quello dell’episodio precedente. Probabilmente consci di avere a che fare con materiale meno denso, gli autori hanno tentato con un certo successo di limitare i danni, introducendo alcune variazioni di gameplay (vedi il moltiplicarsi di bivi narrativi su mappa) e impiegando in modo piuttosto sagace quella narrazione “corale” che aveva caratterizzato la prima sezione di gioco. La scena è dominata soprattutto dalla giovane Aliena, la cui storia personale – qui alleggerita rispetto a quanto descritto nel romanzo originale, certo per raggiungere un pubblico più ampio – fa da spina dorsale alle vicende che segnano la travagliata costruzione della cattedrale di Kingsbridge e i personaggi che vi ruotano attorno: Tom il Costruttore, l’angosciato abate Philip e l’irrequieto Jack.
TRA ALTI E BASSI
Intendiamoci, anche in questo capitolo non mancano eventi drammatici e momenti di tensione notevoli, mostrati al giocatore in modo visivamente e registicamente molto convincente – soprattutto nel corso della tesissima vicenda che vede protagonista Philip. Tuttavia, non si può fare a meno di notare come tutta la prima parte, che racconta la storia del “riscatto” di Aliena dalla rovina della sua famiglia, manchi di mordente e risulti talora troppo diluita, nonostante la tragicità dei fatti che la caratterizzano: le peregrinazioni urbane risultano un po’ pretestuose, e le contrattazioni per il prezzo della lana – per fare un esempio – avrebbero potuto tranquillamente essere ignorate per concentrarsi sugli aspetti psicologici della narrazione. Non aiuta in questo senso un gameplay la cui asciuttezza è ridotta ancor più ai minimi termini rispetto al primo episodio (ogni ambientazione propone al massimo uno o due elementi interattivi), salvo poi perdersi in deviazioni ornamentali a base di minigiochi in quicktime che avrebbero potuto essere tenuti da parte. Per fortuna, il climax della seconda parte aiuta a ricollocare il gioco sui giusti binari, anche grazie a una sequenza di scene finali davvero molto suggestive – si segnala in particolare il dialogo tra Aliena e Ellen, notevole per scrittura e interpretazione da parte delle doppiatrici.
A livello estetico, il titolo si mantiene su buoni livelli, con scelte registiche azzeccate e alcuni sfondi particolarmente ben disegnati (ammirate, per esempio, quello che vede come protagonista assoluto Tom il Costruttore). In termini ludici, occorrerà invece attendere la conclusione della storia per verificare se le decisioni prese in game comportino effettivamente delle modifiche significative a lungo termine, giacché per il momento non pare possibile stabilirlo. C’è da aspettarsi che la trama primaria scorra senz’altro invariata rispetto a quella del romanzo, ma non sembra da escludersi che qualche vicenda collaterale possa risolversi in modo alternativo.
Dove posso acquistarlo?
Il Book 2 di The Pillars of the Earth muove dalle buone premesse gettate nel primo episodio, compromettendo tuttavia il ritmo della narrazione nel tentativo di variare una linea diegetica inevitabilmente “di passaggio”. Daedalic Entertainment riesce comunque a tenere tutto insieme grazie anche a una direzione artistica sempre ispirata e alla qualità dei dialoghi, rimarchevole soprattutto nelle fasi finali.