Il solo pensare a quella massa informe di “HD Remaster” in continua pubblicazione sulle console di ultima generazione, fra riproposizioni di vecchi classici e titoli recenti “potenziati” per l’occasione, finisce per farmi rabbrividire. Normalmente di fronte a operazioni di questo tipo è utile fermarsi e attendere i pareri dei primi ignari consumatori, spesso non contenti del prodotto finale per diversi motivazioni.
La prima causa che sancisce la qualità di queste operazioni di “lifting” tecnico di titoli videoludici è l’appalto a software house esterne. Spesso team di sviluppatori del tutto alieni ai prodotti di riferimento si trovano invischiati in progetti in cui viene chiesto loro di portare vecchi titoli nel mondo della “current gen” tutta numeri di risoluzioni e contatori di frame-per-second, non importa se supervisionati o meno dal team originale. D’altronde per una software house è molto più facile piazzare sul mercato un brand conosciuto approfittando dello sviluppo esterno di qualche piccolo team di programmatori e grafici, magari anche competenti nell’ambito e capaci di rispettare le linee guida di chi, il titolo, lo ideò a suo tempo.
Partendo da questo presupposto è molto semplice spiegare il motivo dell’insuccesso di titoli come Silent Hill HD Collection. Team differente obbligato a lavorare su un titolo vecchiotto? Check. Staff originale del prodotto totalmente slegato dall’operazione? Check. Konami ignora qualsiasi cosa non abbia il nome “Kojima Productions” stampato sopra? Check. Ed ecco servito un vero e proprio non-morto videoludico – per rimanere in tema… – con cui ingannare i fan storici e i curiosi che da sempre volevano mettere le manacce sui primi episodi della famosa serie survival horror. Va da sé che se il titolo è considerato migliore nella sua incarnazione PS2, probabilmente questi “HD Remaster” dovrebbero essere sviluppati e supervisionati con maggiore cura, magari da chi, il videogioco, l’ha effettivamente visto crescere negli anni, con il giusto rispetto verso chi decise di concretizzare determinate scelte stilistiche e ludiche.
Oggi vi parliamo della Halo The Master Chief Collection, HD Remaster che malgrado il nome non contiene tutti i titoli della serie FPS di Bungie, ma “solamente” i primi quattro episodi numerati. Chi si aspettava un vero e proprio compendium della serie può mettersi il cuore in pace, giacché il bluray del titolo esplode di contenuti già così com’è. 343 Industries non ha voluto riproporre Halo: Anniversary, Halo 2: Anniversary, Halo 3 e Halo 4 in compartimenti stagni, come di norma succede in questa tipologia di collection, ma ha integrato i quattro titoli – e i contenuti aggiuntivi per migliaia di ore di divertimento – in un comodo e veloce menù dal quale potersi lanciare molto agilmente da un capitolo all’altro. Nel caso si fosse in vena di seguire invece un’esperienza di gioco “a tema” è possibile scegliere gruppi di missioni estrapolate dalle campagne dei quattro titoli per essere giocate una di fila all’altra. In tal senso, non possiamo che consigliare la playlist relativa alle missioni con mezzi di trasporto, ideali per la cooperativa locale e online.
Halo Combat Evolved: Anniversary
Halo: Combat Evolved fu il primo titolo che sdoganò senza se e senza ma il genere degli FPS su console. Da sempre visti come mero appannaggio dell’utenza PC – da sempre abituata a brand come Quake, Doom, Half Life ecc. – gli shooter in prima persona videro nel titolo Bungie un vero e proprio modello da seguire, benché le influenze del titolo Valve fossero evidenti, sopratutto guardando a come l’epopea sci-fi del gioco si dipanava seguendo le tecniche di storytelling impartite da Mr. Freeman e soci. L’edizione inclusa nella Collection in esame non è l’originale pubblicata su Xbox nel 2001, ma la ri-edizione del 2011 pubblicata su Xbox 360 ad opera dei 343 Industries, alle prese per la prima volta con un episodio della franchise di Bungie.
A parte un cospicuo potenziamento alla risoluzione, ora portata a 1080p effettivi e arricchita con caricamenti più veloci (soprattutto quando si decide di passare dalla nuova veste grafica a quella originale mediante la pressione del tasto back), si può parlare di un porting della modalità campagna praticamente perfetto. Grazie al cielo è possibile gustarsi l’intera opera nella grazia del doppiaggio originale in lingua inglese, assolutamente d’obbligo se non si vuole rimanere di sasso di fronte all’incapacità attoriale dei doppiatori italiani impegnati nel restituire una voce e una personalità ai protagonisti del gioco. Rimane qualche incertezza qua e là quando si guarda ai dettagli: le animazioni sono le stesse del titolo Xbox, mentre il nuovo sistema d’illuminazione a volte restituisce delle ombre non sempre all’altezza della proverbiale “current gen”, ma nulla di realmente importante a livello visivo. Certamente la peculiare caratteristica di poter cambiare la veste grafica in qualsiasi momento da “xbox” a “xbox one” mediante la pressione di un pulsante rincara la sensazione di meraviglia offerta dal remake, ma sottolinea anche la scarsa omogeneità della direzione artistica del titolo. Bungie ritraeva determinati punti del gioco con determinate palette cromatiche e atmosfere volutamente asettiche per riportare i giocatori specifiche sensazioni, 343 Industries si è trovata spesso a cambiare anche dettagli del tutto accessori per contaminare il tutto con una visione sci-fi forse più generica, ma sicuramente più attraente nella visione d’insieme.
Halo 2: Anniversary
Questo episodio è sicuramente la punta di diamante dell’intera operazione. Cinematiche in CGi realizzate da studio Blur, (non ha bisogno di presentazioni, ma nel caso vi steste chiedendo su che altri titoli ha lavorato questo virtuoso gruppo di grafici e animatori 3D vi proponiamo il loro maestoso showreel) modellazione poligonale rivista e potenziata, sistema di illuminazione riscritto ed effetti particellari che non sfigurerebbero nemmeno nel quarto episodio della serie: l’edizione del secondo episodio della serie FPS vede con questo rifacimento la sua versione definitiva. Da molti tacciato di essere l’episodio più debole dell’intero franchise, la possibilità di giocare a tutti gli episodi numerati di Halo tutto d’un fiato riesce a regalare agli eventi narrati nell’incipit del secondo capitolo una nuova luce, più drammatica, più sofferente e vera. Anche in questo caso 343 Industries ha lavorato alacremente per offrire ai fan della serie FPS l’esperienza di gioco il più possibile vicina a quella di un kolossal. Esattamente come per Halo Anniversary anche Halo 2: Anniversary offre la possibilità di passare dalla rinnovata veste grafica a quella originale, sebbene in questo caso lo stacco fra il vecchio e il nuovo è talmente forte da risultare quasi incredibile. In tal senso, la narrativa della campagna può solo che giovare dalle cinematiche praticamente indistinguibili da una serie live-action realizzate da Studio Blur, benché la sceneggiatura e gli eventi narrativi nel secondo episodio non offrano né lo smalto né l ‘intelligenza di quelli conosciuti nel primo storico episodio della serie. L’unico “problema” imputabile a questo secondo episodio è il level design – e chi si è perso in un CERTO LIVELLO FINALE del titolo originale sa bene di cosa parlo – e la risoluzione video che, solamente per questo secondo episodio, è di 1328×1080. Insomma, il titolo non è realmente “full HD” come gli altri inclusi nel pacchetto, ma l’unico effetto di questa scelta – probabilmente presa per garantire un contatore fps ancorato alla fatidica cifra di 60 – è una leggera seghettatura delle strutture poligonali in lontananza. Onestamente ci sembrerebbe stupido bollare come negativo il lavoro svolto da 343 Industries quando le scelte del team hanno volutamente anteposto il gameplay all’impatto grafico, e di fatto vogliamo garantire che il titolo rimane assolutamente una gioia per gli occhi così com’è. Non a caso, questa parte della Master Chief Collection è l’unica a essere stata completamente sviluppata appositamente per Xbox One, e i risultati in termini di cosmesi e valori di produzione sono evidenti.
Halo 3 e 4
Di Halo 3 c’è poco da dire: fu un vero e proprio mostro tentacolare che dimostrò come Xbox 360 potesse flettere i muscoli di un motore grafico versatile e potente pur sottostando ai limiti tecnici di un hardware non sempre all’altezza. Il terzo episodio è tuttavia la parte meno “moderna” dell’intero pacchetto, e gli effetti sono ben visibili. Anche in questo caso possiamo contare su una risoluzione video di 1080p e un counter FPS ancorato a 60. Il termine della trilogia di Bungie e della storia di MasterChief secondo i suoi legittimi creatori è però seguita dal quarto episodio, che in termini di storytelling, design e quant’altro è da considerarsi come una sorta di vero e proprio reboot.
Lo stacco dal terzo al quarto episodio in termini di “mood” e direzione artistica è talmente netto ed evidente che ci sembra quasi assurdo pensare che i ragazzi di 343 Industries abbiano voluto praticare la strada del “sequel”. Certo è vero che il brand “Halo” venderebbe a prescindere milioni di copie anche solo per il richiamo mediatico assicurato dal nome, ma Halo 4, pubblicato solamente nel 2012 su Xbox 360, è talmente sfrontato (o coraggioso?) nel suo prendere le distanze dalla serie di riferimento che è quasi assurdo giustificarne la sua presenza in questa collection, specie quando Halo Reach o Halo:ODST potevano essere più “complementari” a livello puramente narrativo. Quel che è certo che è anche il quarto episodio della serie può contare sul potenziamento grafico dettagliato in precedenza per il primo e il terzo episodio, e che i 60fps in un titolo simile fanno semplicemente rinascere la produzione tutta. Halo 4 potrebbe essere scambiato senza tanti problemi per un titolo Xbox One di primissima generazione, tant’è che non fosse per la sicurezza che a breve rivedremo Master Chief impegnato in Halo 5 (di cui, The Master Chief Collection, contiene una beta multiplayer che si attiverà a dicembre), ne avremmo quasi auspicato la pubblicazione stand alone.
Verso il futuro
Il comparto online del titolo è senza ombra di dubbio la maggiore attrattiva dell’intera operazione di remaster HD, specie quando si pensa che tutte le mappe multiplayer dei singoli titoli (anche quelle pubblicate in esclusiva per PC di Halo 1, e DLC per i seguenti episodi) sono incluse nel titolo. E nel caso non fossero state giudicate abbastanza, 343 Industries hanno pensato bene di offrire anche riedizioni di quelle del secondo episodio approfittando della granitica affidabilità del motore grafico di Halo 4. Il risultato? Il comparto online può contare su livelli completamente ridisegnati, fra vecchio e nuovo, con tanto di risoluzione 1080p e fluidità garantita. Torna anche la fucina, la possibilità di creare mappe e modalità di gioco online ad hoc e condividerle in rete con gli altri giocatori, praticamente decretando eterna la componente multiplayer della Master Chief Collection.
Il gioco offre poi possibilità di personalizzazione praticamente infinite, contenuti extra, sfide e sbloccabili per ogni singolo capitolo, nonché un numero di obiettivi sbloccabili senza precedenti: ben 450 achievements con cui letteralmente perdere la testa fra campagne single player, cooperativa, gioco online, sfide a tempo con leaderboard, raccolta di teschi vecchi e nuovi e chi più ne ha più ne metta. In termini puramente numerici Halo The Master Chief Collection vale l’acquisto a prezzo pieno praticamente immediato, ma la differenza fra un ottimo prodotto e una collection arricchita sta nella cura per i dettagli, elemento che questo titolo Xbox One può vantare. E in uno panorama videoludico come il nostro, beh, non possiamo che fermarci e inchinarci di fronte alla buona fede di Microsoft Game Studios e 343 Industries.
Sposare nuovo e vecchio non è impresa da tutti, ma 343 Industries è riuscita a confezionare un prodotto talmente vasto e curato da far impallidire qualsiasi HD Remaster pubblicato sul mercato fino a questo momento. Difficilmente Halo: The Master Chief Collection diverrà lo standard tecnico e contenutistico delle compilation HD da qui in poi, ma certamente ci troviamo di fronte a un pacchetto di contenuti amorevolmente confezionato per i giocatori.
Nonostante Xbox One non faccia del “for the players” il suo slogan, Halo: The Master Chief Collection rimane il prodotto più completo mai visto nell’ambito degli HD Remaster, per una volta realmente a favore del consumatore finale e non mero mezzuccio stampa-banconote per svogliate software house dal piglio capitalistico.