MEGLIO REGNARE ALL'INFERNO

Hades

Sviluppatore: Supergiant Games
Distributore: Supergiant Games
Formato: Digital+retail
Localizzazione: Italiano
Versione Testata: PS5
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review

Dove posso acquistarlo?

Acquistando videogiochi attraverso questi canali sostieni GeekGamer.it e garantisci la qualità dei suoi contenuti senza alcun sovrapprezzo.

Humble Bundle

Che il mondo della mitologia ellenica stia affrontando un piccolo rinascimento – almeno nella sfera anglofona e nel mondo dei prodotti d’intrattenimento – è ormai piuttosto chiaro anche grazie all’affermazione di prodotti come Percy Jackson e gli déi dell’Olimpo e il competente Immortals: Fenyx Rising. Nonostante la rinnovata attenzione, però, ad Ade – il più triste e complesso degli olimpi è quasi sempre riservato un ruolo di secondo piano quando non direttamente da antagonista, anche grazie all’associazione a posteriori con tutta la produzione immaginifica cristiana che ha modellato l’inferno sul suo regno ultraterreno. Supergiant Game, casa di sviluppo indipendente in vertiginosa ascesa e già responsabile del piccolo cult Bastion, ha deciso di tentare di rendere giustizia al signore dell’oltretomba rendendolo una figura centrale in Hades. Si tratta di un roguelite d’eccezione, che ha già accumulato successo e gloria nella sua fase early access avviata alla fine del 2018, e che dopo una release per Switch avvenuta un anno fa ha raggiunto finalmente le altre piattaforme domestiche.

STASERA CENEREMO NELL’ADE

La vita, nelle sale della dimora di Ade, è molto meno emozionante di quanto si possa immaginare e si limita spesso ad assistere a una lunga processione di anime appena morte in fila per un’udienza con l’ombrosa divinità della morte. A Zagreus, giovane divinità della rinascita e figlio di Ade e Nyx (la personificazione della notte) questa routine inizia a stare piuttosto stretta. Guidato dallo spirito di ribellione che sembra animare perfino gli dèi nell’adolescenza e – questione non trascurabile – da una lettera trovata sulla scrivania del padre che sembra suggerire che Nyx non sia la sua vera madre, decide di tentare l’impossibile: fuggire dall’Ade e scoprire di più sul suo passato e sui suoi legami con l’Olimpo. Affrontare questo percorso “al contrario” dei regni dell’oltretomba, che inizia dalla dimora di Ade e attraversa il Tartaro, i Campi d’Asfodelo, l’Elisio e infine il Tempio dello Stige, è tutt’altro che semplice visto che ogni territorio è protetto da orde di mostri e da un “guardiano” che ne protegge l’uscita. In supporto di Zagreus, oltre alla vasta selezione di armi prese in prestito dalla collezione di suo padre, sono i suoi divini parenti stanziati sul Monte Olimpo, pronti a donargli il proprio aiuto e qualche parola d’incoraggiamento.

Sebbene il pretesto narrativo, basato com’è sul semplice concetto di fuga dalla monotonia e della ricerca della propria vera natura, possa sembrare piuttosto banale, l’intreccio di Hades è tutt’altro che scontato e si sviluppa in modo organico miscelandosi sapientemente, come da tradizione per Supergiant Games, con le meccaniche di gameplay. Zagreus, per esempio, è una divinità della rinascita e questo gli permette di non morire mai in modo definitivo: insomma, un potere assolutamente perfetto per il protagonista di un gioco roguelite, che dopo ogni sconfitta si ritrova a resuscitare nelle stesse sale del Palazzo di Ade che aveva lasciato poco prima. Anche i doni degli Olimpi, che durante il gioco si traducono in una varietà di effetti casuali da aggiungere al proprio arsenale di attacchi, attacchi speciali e schivate, non sono semplicemente un modo per rendere più agevole la fuga di Zagreus ma anche l’occasione per scoprire di più su ognuna delle divinità giunte in nostro soccorso; ciascuna di esse rivela una personalità unica, e ciascuna sembra apparentemente nascondere motivazioni specifiche. Naturalmente anche nelle profondità dell’Ade non mancato alleati e amici/nemici con cui approfondire la conoscenza: i due figli di Nyx, Hypnos e Thanatos, sono amici d’infanzia di Zagreus; senza contare il maestro d’armi Achille e perfino Megera (la furia guardiana del Tartaro) e la letale Medusa, che si aggirano per le sale del Palazzo di Ade in attesa di scambiare quattro chiacchiere.

LE MALEBOLGE

Grazie a un gameplay responsivo e adrenalinico, affrontare le labirintiche stanze dell’aldilà in un infinito ciclo di morti e rinascite non viene quasi mai a noia. Merito anche della natura procedurale propria della natura roguelite di Hades, che vede la disposizione delle stanze, delle ricompense e dei nemici variare ogni volta che ci si avventura per un tentativo di fuga differente. A motivare ulteriormente i giocatori è soprattutto un ben congegnato sistema di ricompense e collezionabili accumulati durante ogni run fallita: a ogni morte Zagreus porta indietro con sé una varietà di oggetti utili ad acquisire nuove abilità, come la capacità di rinascere più volte durante una singola run o danneggiare maggiormente i nemici, oppure la possibilità di sbloccare nuove armi e attacchi o, nel caso del nettare, di approfondire ulteriormente i rapporti interpersonali sbloccando ricompense e scene di dialogo uniche.

Come capita spesso nei roguelite anche la fortuna gioca un ruolo piuttosto importante, e se nelle prime partite perfino lasciare il Tartaro potrebbe sembrare un’impresa titanica, una volta presa la mano capita sempre più spesso di riuscire ad avventurarsi fino all’uscita e, con la complicità dei giusti doni da parte degli déi, portare a termine la propria fuga. La fine, in Hades come nella maggior parte dei roguelite, non è che l’inizio: una volta portata a termine la prima partita non resta che ripartire da zero e rendere il viaggio ancora più impervio grazie al Patto della Pena, una modalità difficile che permette al giocatore di selezionare una serie di “punizioni” in cambio di maggiori ricompense e, dopo parecchie run, di ottenere il “vero finale” che conclude la storyline di Hades.

Da una parte è impossibile non ammettere che questo loop funziona egregiamente, dato che il sistema di combattimento basato sulla sinergia sempre diversa tra doni degli dèi e le differenti abilià e configurazioni delle armi infernali si presta a partite rapide che difficilmente sfociano nella frustrazione. Dall’altra è impossibile non notare che, rispetto a buona parte dei giochi del suo genere, Hades manca di varietà nell’offerta di nemici, che diventano presto monotoni e prevedibili, e dei boss di fine livello quasi sempre uguali – le tre furie e le tre configurazioni dell’Idra di Lernia hanno colori e pattern d’attacco diversi, ma la varietà è comunque limitata. Nonostante queste limitazioni, che diventano più lampanti man mano che ci si avvicina al completamento definitivo del gioco, la longevità di Hades si attesta oltre il centinaio di ore, a patto che si intenda ottenere il vero finale e completare le storyline di tutti i personaggi secondari. D’altra parte, la natura del Patto della Pena rende divertente qualsiasi partita casuale, ben oltre il completamento del gioco principale.

Il focus di Supergiant Games, comunque, è come sempre nel comparto grafico e narrativo d’eccezione. I design stilizzati e ricchi di personalità di tutto il cast, uniti all’ottima caratterizzazione di ognuno e da un lavoro di doppiaggio allo stato dell’arte fanno sì che ogni protagonista resti ben impresso nella mente del giocatore, con vette d’eccellenza per le tragiche storie di Achille e Patroclo, Orfeo e Euridice e perfino il povero Sisifo con tanto di masso d’accompagnamento.

Il comparto grafico, ricco di elementi disegnati a mano che conferiscono a tutto il gioco uno stile da comic americano in movimento, è una gioia per gli occhi – complice anche la risoluzione 4K e l’ottima fluidità sulle console di ultima generazione.

verde

Hades è un banchetto pantagruelico costituito da portate piccolissime ed è in grado di rubare centinaia di ore di tempo di gioco suddivise in micro partite da quindici minuti l’una. Nonostante il gameplay immediato e assuefacente la sua vera forza sta più nella rappresentazione delle faccende personali di dèi e semidèi davvero molto umani. Nonostante rispetto a mostri sacri del roguelite come Binding of Isaac, pecchi un po’ di mancanza di varietà, le centinaia di combinazioni possibili tra gli aiuti degli dei e le sei armi disponibili non fanno sentire la noia per parecchie ore.

Good

  • La scrittura, in special modo dei dialoghi.
  • Musiche, disegni e doppiaggio funzionano in perfetta sinergia.
  • Una partita segue l'altra, come le ciliegie.
  • È incluso su Xbox Game Pass.

Bad

  • Dei nemici e boss extra avrebbero giovato.
  • Il "vero finale" è un po' anticlimatico.
8.5

A differenza degli altri mammiferi, non è capace di mantenere la temperatura corporea costante: a causa di questa caratteristica, che lo rende simile ai rettili, il recensore vive tra console accese e schede video surriscaldate per tutto l'anno. La sua caratteristica lentezza lo rende la preda perfetta per il Caporedattore Horribilis. Abbandona il suo nido di cavi e controller solo occasionalmente, per nutrirsi e leggere e scrivere storie di fantascienza.