
Fearful Symmetry & The Cursed Prince
Sviluppatore: Gamera Interactive
Publisher: SOEDESCO Publishing
Genere: Puzzle game
Disponibile: Digital
PEGI: 3+
Lingua: Italiano
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review
Devo ammettere con dispiacere che la scena del game developing italiano mi è quasi del tutto aliena, non tanto per snobismo personale, quanto più per volontaria ignoranza. Se perfino i lavori delle case sviluppatrici più mainstream, come la sussidiaria Ubisoft Milano, non destavano il mio interesse, quelli degli sviluppatori indie non raggiungevano nemmeno il mio orecchio.
Eccomi qui, invece, a recensire Fearful Symmetry & The Cursed Prince, inizialmente creato da Claudio Bazzotta come “Fearful Symmetry” e poi acquisito dal gruppo Gamera Interactive, il quale ha apportato alcune modifiche al comparto grafico e aggiunto due nuove storyline, tra cui quella del “principe maledetto. Vediamo un po’ cosa riesce a creare il made in italy videoludico.
Nel 1794, William Blake parlava della “fearful symmetry” nella poesia The Tyger, riferendosi all’“agghiacciante simmetria” della tigre selvatica. Due secoli dopo, questo binomio venne adottato nella cultura di massa come titoli di episodi televisivi, album discografici e stampe di vario genere. In questo gioco, la simmetria diventa un temibile stratagemma per ostacolare l’avanzata degli eroi.
La storia segue tre linee parallele, ognuna riguardante il viaggio di un protagonista: il primo, Hero, è un avventuriero che scopre degli antichi rotoli, cioè le leggendarie Pergamene della Simmetria e decide di portarsele via con sé; il secondo, Haim, è un principe consumato da una maledizione, in cerca delle suddette pergamene per spezzare il maleficio; l’ultima, Nulan, è una strega discendente dai creatori delle pergamene, in viaggio per soddisfare la sua sete di potere. Contemporaneamente, tre personaggi incappucciati alla ricerca della “salvezza” si muovono in perfetta simmetria con gli eroi, in un mondo parallelo buio e tenebroso.
SYMMETRY IS THE APOTHEOSIS OF BEATUY
Completare il percorso principale conduce inevitabilmente al Bad Ending, mentre per sbloccare il vero finale è necessario recuperare tutti gli Ankh collezionabili. In realtà, la storia è solamente un pretesto narrativo per dare un senso all’avventura dei personaggi, ed è un peccato, secondo me; oltre ad essere la caratterizzazione appena abbozzata, ci sono alcuni buchi nella trama non indifferenti: ad esempio, chi sono gli omini incappucciati? Da cosa cercano la salvezza? Che cosa rappresentano gli Ankh? Domande senza risposta.
Come suggerisce il titolo, il gioco presenta l’interessante caratteristica di controllare due personaggi situati in due dimensioni parallele. I loro movimenti si riflettono secondo un principio di simmetria centrale, per cui se un eroe si sposta in alto, l’altro avanza in basso, se il primo va a destra, l’altro va a sinistra, e così via. Il giocatore deve quindi tenere entrambi gli occhi vigili su due schermate differenti, in modo da portare gli eroi a destinazione ed evitare che vadano incontro alla morte.
Il livello di sfida è equilibrato e segue una curva di difficoltà crescente in grado di mettere alla prova il giocatore; gli ostacoli sono tanti e ben diversificati, e forniscono una composizione di enigmi variegati e stimolanti, tra frecce, fiamme, mani zombie e molte altre trappole. A volte i livelli offriranno più metodi di risoluzione, ma spesso bisognerà scoprire il giusto percorso per arrivare al traguardo. Una volta conclusa la storia principale, è possibile accedere ai livelli bonus, le sfide più ardue di tutto il gioco.
Sbloccare Haim e Nulan è una buona occasione per ricominciare la partita e provare i loro poteri, poiché gli stessi livelli saranno leggermente rimodellati per contrastare le loro abilità; tuttavia, ciò non costituisce un espediente sufficiente per aggirare un’insidiosa sensazione di ripetitività. Inoltre, per ottenere Nulan può essere indispensabile consultare una guida online, visto che non c’è nessun indizio in game su come arrivarci.
Il comparto tecnico è forse il punto più debole del gioco.
Innanzitutto, la direzione artistica è fortemente incongruente: la schermata iniziale si apre con un artwork il cui stile, vagamente reminiscente quello dei vecchi cartoni Kinder e Ferrero, comunica già un’atmosfera molto bambinesca. Il che, di per sé, non sarebbe un male, se solo il game design non fosse stato disegnato principalmente in pixel art.
I pixel, tra l’altro, sembrano distribuiti a caso. Le dimensioni dei pixel dei livelli, ad esempio, sono diverse da quelle della mappa e molti elementi di sfondo della mappa sembrano esser stati presi dai livelli e compressi ignominiosamente con Paint. La cosa più fastidiosa è vedere nello stesso gioco delle finestre a forma di pergamena disegnate in pixel art e un menù sempre a forma di pergamena ma disegnato tridimensionalmente. La ciliegina sulla torta è un terribile font Papyrus per le scritte, e il risultato finale è un mix infelice tra un flash game e un’app in stile Candy Crush.
La soundtrack è anch’essa misera e ripetitiva, mentre gli effetti sonori oscillano tra l’accettabile e il completamente irritante.
Dove posso acquistarlo?
Fearful Symmetry and the Cursed Prince è dunque un puzzle game concettualmente interessante, ma a conti fatti scarno a livello di contenuti e mediocre nella realizzazione grafica.
Non mi sento però di affibbiargli un’insufficienza, visto che il suo scopo finale, ossia spremere le meningi del giocatore, è stato raggiunto, grazie ad un puzzle design ben ragionato.
Tuttavia, non penso neanche di consigliare di acquistarlo a prezzo pieno, visto che 10 euro per un siffatto gioco mi sembra un po’ esagerato. Mi auguro che le prossime produzioni italiane possano vantare una qualità migliore di questa, e pertanto, confido nelle capacità di Claudio Bazzotta e del gruppo Gamera Interactive.