
Far Cry 5
Sviluppatore: Ubisoft Montreal, Ubisoft Toronto
Publisher: Ubisoft
Genere: Avventura azione 3D
Disponibile: Digital+retail
PEGI: 18+
Lingua: Italiano
Versione Testata: PS4
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review
Far Cry è certamente una delle saghe di maggior successo targate Ubisoft. La software house francese ce l’ha messa tutta dal canto suo a farsi “detestare” da molti utenti, tanto da diventare un vero e proprio meme sinonimo di bug e giochi blockbuster creati per far cassa con una qualità media indirizzata ad un pubblico di massa. Dopo il primo capitolo realizzato da Crytek, a partire da Far Cry 2 i titoli sono sviluppati direttamente da Ubisoft tramite l’utilizzo in licenza permanente del motore grafico CryEngine, modificato in una nuova versione “personalizzata”. Far Cry 5, ultima incarnazione del brand, è stato al centro di polemiche sin dall’annuncio dovute al setting particolarmente realistico che fa da cornice a vicende riguardanti il fanatismo cristiano e l’ascesa di alcuni movimenti violenti di estrema destra. Un gioco che ha saputo far parlare di sè, un gioco che porta un nome importante: ma si tratta anche di un gioco di valore?
Hope County, regione del Montana: da qualche tempo i contatti con la comunità residente si sono interrotti a causa della violenta presa di potere della setta cristiana Eden’s Gate. Gli “edeniti” sono guidati dal folle predicatore Joseph Seed, che mantiene il controllo della regione tramite i suoi fratelli John, Faith e Jacob. Una piccola delegazione capeggiata dal veterano sceriffo Whitehorse ha un incarico delicato: avvicinare Joseph ed arrestarlo con l’accusa federale di sequestro multiplo di persona. Il capo della setta non sembra fare resistenza ed anzi tenta di calmare gli animi dei suoi nervosi seguaci sostenendo che “Dio non permetterà” quell’ingiusto arresto. La previsione di Joseph si realizza quando l’elicottero sul quale era stato caricato per trasportarlo davanti al giudice della contea si schianta a poca distanza, permettendo al predicatore di fuggire e di indire una caccia all’uomo contro coloro che avevano osato minacciare il progetto Eden’s Gate. La violenta natura militaristica della setta si scatena ma il giovane vice sceriffo impersonato dal giocatore riesce a salvarsi dalla cattura: con l’aiuto del ribelle Richard “Dutch” Roosevelt darà inizio ad una rivolta contro i malvagi edeniti.
L’AGNELLO DI DIO
Far Cry 5 colpisce fin da subito grazie al setting realistico ed alle vicende narrate sorprendentemente bene nonostante la natura open world: è risaputo che titoli di questo genere tendono a presentare una narrazione “diluita” e poco convincente, fatta per permettere al giocatore di muoversi liberamente. Fortunatamente l’opera targata Ubisoft si difende bene non tanto per i personaggi comprimari, che si uniscono alla lotta contro la setta per varie motivazioni personali, quanto per gli antagonisti. Joseph Seed ed i suoi fratelli sono fanatici, visionari, violenti e persino convincenti a volte nelle loro argomentazioni: spesso capita di dar quasi ragione alle loro motivazioni, soprattutto quando parlano di sovvertire l’ordine mondiale attualmente dominato da corrotti ed avidi burocrati. Certamente il momento migliore a livello di coinvolgimento si può apprezzare nella regione capeggiata dalla subdola Faith, sorella di Joseph che utilizza un potente allucinogeno chiamato Gaudio per compromettere la mente delle persone e renderle schiave della setta. Sicuramente Far Cry 5 da ampia importanza all’ambientazione, meravigliosamente realizzata con l’utilizzo dell’engine Dunia: Hope County è un luogo davvero meraviglioso da visitare nella sua selvaggia bellezza, una regione da “duri e puri” dove la natura è ancora al centro della scena. Di grande impatto anche il comparto sonoro, ricco di temi musicali azzeccati e da un doppiaggio in lingua italiana tutto sommato godibile e ben recitato, arricchito dalla presenza di “voci note” come Pietro Ubaldi. Se da un lato è apprezzabile sia l’ambientazione che la presenza di antagonisti di spessore, dall’altro si scade in molti stereotipi americani da overflow di testosterone: la classica donna di mezza età tosta che spara ai trasgressori e parla del “culetto” di uomini più giovani, il rozzo camionista appassionato di armi e motori, la ragazza bramosa di vendicare i parenti uccisi dalla setta e così via. Purtroppo le problematiche relative ai vari NPC non si fermano qui, ma si espandono al roster dei “cattivi” da affrontare.
Sicuramente il peggior problema a livello di gameplay in Far Cry 5 è l’intelligenza artificiale dei numerosi nemici sparsi sul territorio: il gioco è un ibrido FPS/Stealth nel quale il giocatore può scegliere che tipo di approccio utilizzare grazie allo skill tree personalizzabile. L’intelligenza artificiale dei nemici varia enormemente da picchi di stupidità abissale (spesso non si accorgono di una persona carponi che gli gira letteralmente intorno) a momenti di altissima attenzione: se si sceglie l’approccio stealth da distanza spesso capita che i nemici si allarmino appena si muove una foglia fuori posto, vanificando senza ragione un’attenta pianificazione. Di fatto il gioco premia maggiormente l’approccio “prima spacco tutto, poi parliamo” e la cosa si nota soprattutto in fasi neanche troppo avanzate del gioco, quando è possibile mettere le mani su mezzi volanti d’assalto come il famigerato elicottero. Si diventa virtualmente invincibili nell’affrontare situazioni ordinarie come la conquista di avamposti della setta o l’eliminazione di convogli. Queste azioni sono utili per innalzare la “barra della resistenza”, chiave di volta per poter sfidare a duello il leader della setta che controlla la regione e quindi liberarla definitivamente dall’influenza nefasta dell’Eden’s Gate. Parecchi passi indietro anche per quanto riguarda l’interazione ambientale: se in precedenti capitoli era possibile distruggere molti oggetti e soprattutto colpire (com’è logico che sia) avversari nascosti dietro sottili strati di legno o alluminio, qui l’interazione è ridotta ed è limitata ad azioni scriptate e predefinite.
Un vero peccato per un gioco che fa dell’esplorazione una delle componenti principali: il livello di difficoltà è buono, ma avrebbe aiutato l’assenza di continui indicatori su mappa che permettono di capire sempre e comunque dove andare. Lasciare che il giocatore si “perda” nei meandri di quel meraviglioso ambiente naturale darebbe un nuovo livello di sfida, qui purtroppo assente. Menzione d’onore alla modalità alternativa Far Cry Arcade: di fatto si tratta di un potente editor di livelli che mette nelle mani del giocatore la possibilità di creare livelli con i quali sfidare la community. Inutile dire che la trovata (riuscitissima) dilata positivamente la longevità del gioco. Per il resto il gameplay è un sunto dell’adagio “squadra che vince non si cambia”: Far Cry 5 pesca qui e là dai capitoli precedenti per offrire un’esperienza di gioco sicuramente più che buona, ma funestata dai classici problemi della serie e dei vari open world più in generale. Ah dimenticavo: ci sono anche i bug, ovviamente.
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Far Cry 5 è un titolo solido e divertente che purtroppo si “schianta” su alcuni problemi tipici dei giochi open world, più alcuni ispiegabili passi indietro a livello tecnico. Bellissimo da vedere, offre un’interazione limitata con l’ambiente circostante quando si tratta di sfruttare davvero il terreno di scontro. Gameplay di ampio respiro, con moltissime cose da fare e la modalità Arcade che aggiunge enormi possibilità, ma anche una IA scarsa e discordante mescolata con scelte di design discutibili. Un ottimo Far Cry, il solito Far Cry con la marcia in più offerta da una famiglia di “cattivi” molto interessante.