Vivi, combatti e muori. Per sempre.

Dead Cells

Sviluppatore: Motion Twin
Publisher: Motion Twin
Genere: Roguelike/Azione
Disponibile: Digital+Retail
PEGI: 16+
Lingua: Italiano
Versione Testata: PC
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review

Riuscire ad emergere dal sottobosco di giochi indipendente è attualmente una sfida titanica e, solitamente, pochi, pochissimi titoli riescono in questa impresa. Ancora più difficile è farsi notare quando il gioco in questione nasce nella palude di innumerevoli Early Access, uno stato spesso molto nebuloso, nel quale i giochi rimangono per anni e, ancora più di frequente, non ne escono mai realmente. Un altro compito dall’elevato indice di difficoltà è riuscire a trovare un metroidvania indie realmente valido, uno, se non IL, genere che vede la maggior saturazione nella scena indipendente, con centinaia e centinai di titoli che sembrano essere l’uno la copia dell’altro (ironico come si parli di plagio anche per le recensioni di questi titoli). Date queste premesse, è facile capire che un titolo indipendente, uscito con successo dall’accesso anticipato e appartenente al macrogenere dei medtroidvania deve avere una marcia in più per differenziarsi da tutti gli altri titoli. Dead Cells, il titolo analizzato in queste righe, si propone come una di quelle gemme indie che riescono a distrarre l’attenzione del pubblico di massa dal mercato dei tripla A.

La pagina ufficiale di Dead Cells descrive il titolo come un “Roguevania”, in quanto coniuga la struttura dei metroidvania a quella dei roguelite. A differenza di molti giochi appartenenti allo stesso genere di Dead Cells, il focus del gioco non è tanto sull’esplorazione, ma piuttosto sul combattimento, definito “Souls-lite” in salsa 2D; giusto per utilizzare qualche altra terminologia amata dal pubblico di massa. Con questo termine gli sviluppatori hanno voluto sottolineare che gli scontri con i numerosi nemici – di cui bisogna sottolineare anche una buona varietà – sono sì ardui, ma mai ingiusti, e quando si ha la peggio la colpa è sempre da attribuire ad una scelta errata del giocatore, anche se a volte si possono compiere errori dovuti alla troppa confusione su schermo. Tuttavia, a parte l’immancabile schivata, le analogie con il sistema di combattimento dei Soulslike sono ben poche; in Dead Cells il giocatore ha disposizione due armi principali, le quali vengono affiancate da due secondarie, queste solitamente si dividono in granate, trappole o magie.

ROGUELIKE CON COMBATTIMENTI SOULSLIKE E ALTRE ETICHETTE POPOLARI

Ogni arma (sono più di 50 e tutte ottimamente caratterizzate) è legata ad uno dei tre attributi che possono essere potenziati trovando delle pergamene; aumentando il livello di una di questa, si avrà un aumento del danno delle armi legate ad esso, oltre un utile incremento dei punti vita totali. Ad aggiungere ulteriori elementi GDR c’è il sistema di mutazioni, che permette di scegliere tra un elenco di abilità che svariano da un aumento dei danni temporanei dopo aver ucciso un nemico, fino ad una vita extra, utilissima soprattutto per i giocatori di primo pelo. La varietà degli effetti delle armi permette di sperimentare diverse combinazioni, dando vita a build sempre diverse e ottimizzata per affrontare al meglio determinate situazioni ed esaltando l’ottimo combat system. Per sbloccare nuove armi o potenziamenti è necessario trovare i progetti, questi vengono droppati da alcuni nemici potenziati, detti élite, o in ricompensa per aver trovato delle zone nascoste. Per poter usufruire di questi, tuttavia, non sarà basterà trovarli, ma bisognerà sbloccarli da un NPC, il Collezionista, dando in cambio delle cellule, queste sono ottenibili sconfiggendo i nemici.

Dead Cells, come detto, è un gioco difficile e per questa ragione è normale incontrare la schermata di game over molto presto, soprattutto nelle prime ore di gioco. Perire non significa ricominciare completamente da zero, in quanto le cellule possono essere utilizzate anche per sbloccare dei potenziamenti permanenti, come ad esempio delle cariche aggiuntive della pozione curativa. Questi elementi persistenti conferiscono un senso di progressione lento ma costante, permettendo al giocatore di progredire sempre più velocemente tra i livelli di gioco.
Parlando dei livelli di Dead Cells, questi sono chiamati biomi e non sono completamente procedurali, e presentano alcune zone ricorrenti, creando un elemento di continuità che permette al giocatore di orientarsi in mappe sempre nuove ma famigliari allo stesso tempo. Superata la prima area, che permette di famigliarizzare con le meccaniche di gioco e con i nemici base, le cose si fanno interessanti e subentra la progressione tipica dei metroidvania che consente di sbloccare nuove aree se si è in possesso di particolari oggetti. In Dead Cells, questi oggetti sono chiamati rune e costituiscono dei potenziamenti permanenti che permettono di ampliare le capacità di esplorazione del protagonista, consentendo di esplorare dei livelli precedentemente inaccessibili e aumentando il numero di percorsi da intraprendere. Dopo aver superato un certo numero di livelli, ci si troverà davanti ad uno scontro contro dei boss, i duelli con questi varia dall’impegnativo al ridicolo a seconda dell’equipaggiamento utilizzato, con alcune build che riescono a neutralizzare i boss in una manciata di secondi.

Molto interessante è l’inclinazione verso lo speed running del titolo, che premia i giocatori che attraversano velocemente i livelli fornendo un bonus alla velocità al protagonista, ma soprattutto incentivando un’esplorazione veloce tramite l’introduzione di alcune porte speciali che possono essere attraversate solo se si è al di sotto di un certo tempo. Siccome esplorare a fondo i livelli solitamente significa ottenere più potenziamenti possibili, fornire dei premi per un’esplorazione veloce è un ottimo modo per incitare diversi stili di gioco, dando libera scelta al giocatore piuttosto che promuovere un certo tipo di approccio a danno di un altro. La possibilità di avere approcci diversi, unita alla natura dei roguelite, assicura ai giocatori ore e ore di gioco, data anche la presenza di sfide giornaliere, delle missioni davvero impegnative che consentono di ottenere delle rune e dei progetti molto potenti. Ad incrementare ulteriormente la longevità del titolo è il supporto alle mod di Steam Workshop, che al momento presenta soprattutto modifiche che rendono il gioco più accessibile, ma è scontato che i modder daranno il loro meglio nei prossimi mesi.
Il tutto è confezionato da uno stile grafico carico di stile, con dei modelli in 3D pre-renderizzate con degli shader in pixel art, e anche le ambientazioni sono differenziate a dovere e molto ispirate.

 

 

 

 

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Dead Cells non è un titolo innovativo, ma costituisce una di quelle punte di eccellenza del panorama indie, riuscendo ad emergere tra i numerosi cloni dei Metroidvania procedurali. Con un livello di sfida tarato verso l’alto e la possibilità di creare build diverse in ogni partita, può assicurare ore e ore di divertimento senza mai stancare. Un combattimento appagante e che mette alla prova l’abilità e riflessi del giocatore è esaltato da oltre 50 tipi di armi. La ciliegina sulla torta è l’ottimo art style, che conferisce carisma al titolo con uno stile tra il 2D e il 3D. Dead Cells è la prova che lanciare un titolo in early access può fare bene ad un videogioco, utilizzando il feedback degli utenti per creare un prodotto eccellente anche all’interno di un genere così saturato come quello dei metroidvania. Decisamente uno dei titoli più interessanti di quest’anno.

semafori indie-03

Good

  • Impegnativo e stimolante.
  • Estrema rigiocabilità.
  • Art Style molto ispirato.

Bad

  • A volte confusionario.
8.5

Giocatore da tempo immemore, crede fortemente nella forza del medium videoludico e cerca, nel suo piccolo, di favorirne la sua diffusione culturale.