
Cyberdimension Neptunia: 4 Goddesses Online
Sviluppatore: Crystal Dynamics/Nixxes
Publisher: Square Enix
Genere: Avventura azione 3D
Disponibile: Digital+retail
PEGI: 18+
Lingua: Italiano
Versione Testata: PS4
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review
C’era una volta una serie di videogiochi le cui protagoniste non erano altro che Dee, personificazioni delle varie console esistenti; il loro compito? Combattere il male del mondo dei videogiochi, la pirateria. E vincere la console war nel tempo libero, competendo fra di loro per chi ha il maggior numero di adepti, o di follower come si direbbe oggi.

La serie è talmente popolare in Giappone da avere ispirato anche una serie animata.
Il primo Neptunia affrontava queste ed altre tematiche rompendo la quarta parete, in un modo fresco e originale: peccato che la realizzazione del gioco fosse di un livello infimo rispetto al suo concept: non c’era molto da salvare, né a livello tecnico, né come gameplay. Ma la serie è sopravvissuta, e a partire dai remake dei primi tre titoli denominati Re;birth, – e mai scelta fu più azzeccata – sforna ora capitoli a ripetizione, ricalcando l’idea originale e sfruttando di volta in volta meme e stereotipi che la cultura metropolitana moderna non manca mai di offre su un piatto d’argento.
In un momento di relax dalle faticose vicende salva-mondo, le Dee si trovano unite nel provare una nuova versione (ancora in beta!) del MMO più famoso di Gamindustri: 4 Goddesses Online! Obiettivo: salvare il mondo di Alsgard. Plurimenzionato negli episodi principali della serie, questo MMO-nel-Gioco regala alle protagoniste, se mai ve ne fosse bisogno, la possibilità di essere ancora più spensierate e scanzonate del solito, con Neptune alla ricerca di una giustificazione per essere la protagonista di un gioco che per una volta non la vede presente nel titolo, o Vert disperata nel trovare una sorella minore adottiva, visto che è l’unica a non averne; ma la diversità arriva anche grazie alla possibilità di assumersi ruoli differenti dal consueto: se Neptune prevedibilmente riveste il ruolo di paladina armata di spada, Blanc è la curatrice per eccellenza, una maga bianca molto lontana dalla sua tradizionale forza fisica. Sì, in Cyberdimension Neptunia le classi delle protagoniste sono pre-impostate, e bisogna solo bilanciare un minimo il party di 4 Dee e ottenere armi e armature migliori per procedere.
GIOCO NEL GIOCO
Le meccaniche del gioco sono action, con mappe esplorabili liberamente e combattimenti che avvengono direttamente nelle aree di gioco. I dungeon sono anche le uniche mappe esplorabili in 3D: la città principale infatti viene ritratta in 2D, con i vari negozi e personaggi – qui in versione chibi – visibili e selezionabili. Si scelgono le missioni, si migliora l’equipaggiamento e si parte per un dungeon, dove si inizia a combattere, con un sistema per nulla complesso che prevede un unico pulsante dedicato agli attacchi fisici, 4 abilità speciali richiamabili e il classico sistema di schivata e parata: in sostanza giocando a Cyberdimension torna alla mente più un Dynasty Warriors che non un Bayonetta. Alla fine sono ben poche le soddisfazioni che 4 Goddesses Online regala pad alla mano: il titolo rimane un RPG, e le statistiche delle protagoniste hanno un ruolo preponderante nel combattimento rispetto all’abilità del giocatore, il che non sarebbe necessariamente un problema se non fosse presente la necessità di farmare materiali e di fare parecchio backtracking per completare le varie sottoquest proposte dal gioco, alcune necessarie per procedere nella storia principale. Nota per chi non ama gli MMO: le missioni secondarie sono in pieno stile “trova tot oggetti” o “ammazza tot mostri”. Eccitante.
La natura “MMO” del gioco è visibile ancor più dall’interfaccia grafica, che richiama in modo spudorato quella dei giochi online, addirittura arrivando ad avere in basso a destra il classico “log screen” riportante esperienza e oggetti ottenuti; per rafforzare ulteriormente il concetto di gioco online viene introdotto per la prima volta nella serie il multiplayer, benché in maniera molto blanda. Si possono svolgere le missioni di combattimento in co-op, e questo è quanto; questa modalità è poco popolata, ma qualche partita la si riesce a scovare; purtroppo il netcode non è di gran qualità, e c’è una bella differenza fra ospitare una partita o essere ospitati. Provando ad ospitare, in fase di creazione di una stanza l’unica concessione a qualcosa di “avanzato” risiede nella possibilità di scegliere quanti giocatori possono partecipare, e di impostare una password per far sì che giochino con noi solo i nostri amici; assente la possibilità di creare stanze nascoste aperte solo ad invito, che sarebbero state senz’altro più rapide da gestire.
Neptune & Co. si muovono finalmente in aree nuove: è terminato il riciclaggio di mappe e di texture che si perpetrava da quasi una decade: il passaggio all’Unreal Engine 4 ha obbligato Tamsoft a creare asset del tutto nuovi per questo episodio. Le aree sono decisamente più grandi e varie, con un minimo sviluppo verticale. Anche i modelli dei personaggi e le animazioni 3D hanno beneficiato del cambio, ma l’inesperienza di Tamsoft con l’UE4 si manifesta in diversi ambiti: dall’animazione di attacco che se fatta in salto stoppa il personaggio a mezz’aria per poi farlo cadere verticalmente, alla fin troppo marcata presenza di motion blur; non mancano problemi di telecamera e una generale mancanza di pulizia grafica.
Al momento a rimetterci è stato il 2D: se sfondi e personaggi sono realizzati ineccepibilmente in HD, a perdersi per strada sono state le animazioni degli sprite, che sono completamente statici durante le conversazioni; niente più sospiri, battiti di ciglia o animazioni labiali quindi, ed è evidente come il team di sviluppo sia stato troppo impegnato nel riprogettare la parte 3D per poter translare queste caratteristiche al motore grafico realizzato da Epic Games, ed è un peccato perché gli artwork sono storicamente uno dei punti forti della serie.
Altra colonna portante della serie è sempre stato il doppiaggio in lingua originale, che anche questa volta non delude dando voce a tutte le sfumature di ordinaria follia che caratterizzano le protagoniste; per fortuna dalle opzioni di gioco è possibile selezionare indipendentemente la lingua audio e la lingua dei testi.
La versione PC offre diverse opzioni grafiche, purtroppo impostabili solamente con valori generici che vanno da 1 a 4. Risoluzione schermo? 4. Texture? On o Off. Per fortuna già con una configurazione media è possibile giocare senza problemi di sorta, riducendo anche il copioso stuttering dell’edizione PS4; altro vantaggio: Il caricamento iniziale è lungo, ma non dura minuti come sulla console Sony. Attenzione però: i requisiti dichiarati sono MOLTO alti, e con tutta probabilità per nulla attendibili, e l’utilizzo di un gamepad è praticamente necessario.
Cyberdimension Neptunia: 4 Goddesses Online è un tentativo interessante. Tamsoft non poteva azzardare un cambio di motore grafico nella serie principale, sia per una questione di esperienza che di praticità, e ha avuto una felice intuizione che mostra tutti gli odierni limiti del team nipponico. Attorno al passaggio all’UE4 ruotano tutti i pregi e i difetti di questo titolo: diversi limiti storici della serie vengono superati, ma le nuove possibilità e funzioni non vengono sfruttate a dovere; ne deriva un titolo più divertente da leggere che da giocare, che però apre la strada ad un futuro auspicabilmente più roseo.