
Atelier Mysterious Trilogy Deluxe Pack
Sviluppatore: Gust, Koei Tecmo
Distributore: Koei Tecmo
Formato: Digital
Localizzazione: Inglese
Versione Testata: PC
Ringraziamo il publisher per averci fornito una copia review
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Humble Bundle - Atelier Sophie DX
Koei Tecmo ama riproporre episodi aggiornati della serie Atelier, specialmente quando viene conclusa una delle tipiche trilogie che compongono la saga. Così, dopo la saga di Arland e quella Dusk, tocca a Mysterious ricevere il trattamento Deluxe, o DX: in questo caso siamo di fronte al pacchetto completo, intitolato “Atelier Mysterious Trilogy Deluxe Pack”. Più nello specifico, si tratta della riedizione di Atelier Sophie, Atelier Firis e Atelier Lydie & Suelle che vengono messi a disposizione su PC, PlayStation 4 e Switch – va notato come la console Nintendo in precedenza potesse vantare nel proprio catalogo solo Atelier Lydie & Suelle.
Come tutte le riproposizioni DX, anche in questo caso ci si trova davanti ai capitoli originali integrati con vari DLC, un Digital Artbook per ciascun gioco ed alcune soluzioni Quality of Life, quanto mai apprezzabili e apprezzate in quello che, purtroppo, non è sicuramente il trittico più forte nei quasi 25 anni della Saga. Le nostre recensioni delle versioni originali di Sophie, Firis e Lydie & Suelle rimangono valide, e questa riproposizione simultanea consente piuttosto di concentrarsi sull’intera trilogia Mysterious e sulle novità implementate da Koei Tecmo e Gust nelle riedizioni DX. Premesse doverose dal punto di vista tecnico e commerciale: i salvataggi delle versioni base NON sono compatibili con queste edizioni deluxe, chi possiede le versioni base non ha diritto ad agevolazioni di acquisto delle nuove versioni, e le versioni base non sono più acquistabili; i DLC per le vecchie edizioni continuano a costare diverse volte il prezzo del gioco stesso.
UN EPISODIO ALLA VOLTA…
Atelier Sophie è stato il primo gioco della serie ad essere pubblicato anche su PlayStation 4: correva l’anno 2015 e la console Sony era fuori già da un po’ di tempo. Fu anche il primo Atelier a raggiungere i PC nel 2017, quasi impressionante considerando che ad oggi (maggio 2021) sono 13 i capitoli disponibili sulla piattaforma Steam – tutte le riedizioni DX, Atelier Lulua, Nelke ed i più recenti capitoli Ryza. Sophie tentò di avvicinare un pubblico più ampio alla serie, che con la trilogia Dusk aveva raggiunto un bilanciamento di atmosfere e giocabilità eccelso, ma forse troppo di nicchia, almeno a giudicare dai dati di vendita. Atelier Sophie cercava di tornare alle atmosfere più leggere presenti in Arland, ma semplificando il time management, il sistema di combattimento e cambiando il sistema di crafting, da sempre fulcro nevralgico della saga. Questo primo segmento è quello che vede le novità più importanti nella riedizione DX: c’è infatti un mini-capitolo di storia in più, che segue la crescita personale e professionale di Sophie così da legare meglio il titolo al successivo Atelier Firis, oltre ovviamente alla pletora di ex-DLC nella forma di costumi, musiche, oggetti, aree e livelli di difficoltà. Come il resto della trilogia, in Sophie viene aggiunta una modalità fotografia ed un pulsante per velocizzare i combattimenti (purtroppo limitato al raddoppio), e viene aggiunta la possibilità di scattare per muoversi più rapidamente nelle aree di gioco – introdotta solo in Firis. La versione PC ha ottenuto filmati ricompressi (in meglio) ed è stata anche “portata” alle DirectX 11, contro le datate DirectX 9 con cui venne presentata l’edizione originale. Il titolo rimane estremamente leggero per gli standard dei PC odierni, ma il passaggio alle nuove librerie è latore vantaggi e svantaggi: a una migliore stabilità del framerate corrisponde l’impossibilità di utilizzare i vecchi ma eccellenti filtri di AntiAliasing tradizionali come MSAA, così che per pulire l’immagine sia necessario ricorrere a sistemi come VSR (Virtual Super Resolution)/DSR (Dynamic Super Resolution) o a filtri qualitativamente inferiori come FXAA/SMAA. La resa video è praticamente identica a quanto visto in precedenza, ma al momento della recensione il gioco presenta un bug che non fa renderizzare alcune parti in certe mappe: la versione PlayStation 4 soffre dello stesso problema, e Koei Tecmo sembrerebbe esserne a conoscenza: “[Atelier Sophie DX] – Graphics issues; world details not being displayed correctly on some maps.” Una correzione dovrebbe essere disponibile quando leggerete questa pagina.
Atelier Firis fu protagonista invece di una delle più grandi rivoluzioni nella storia del franchise, a partire dal punto di vista tecnico: niente più sviluppo su PlayStation 3 (ma Vita era ancora presente!), ambizioni da open world e quindi cambiamento totale dell’interazione fra Firis e il mondo di gioco, mentre il sistema di crafting era solo una (buona) evoluzione di quanto presente in Sophie. Vengono anche reintrodotti degli elementi di time management, sebbene in maniera molto blanda.
L’open world fu forse il vero problema di questo capitolo, con aree meno caratteristiche, spazi vuoti, nessuna verticalità e una limitazione temporale che si sposa ben poco con le opportunità esplorative che un open world dovrebbe garantire. L’introduzione dell’utilizzo di strumenti per migliorare la raccolta dei materiali, quali asce, picconi, retine per gli insetti etc. rimane l’unica, vera caratteristica positiva introdotta in questo capitolo, poi rimasta in dote ai successivi episodi della serie. I cambiamenti apportati in Atelier Firis DX sono anche in questo caso rappresentati da costumi, musiche e aree nuove. Soprattutto, si nota l’integrazione dei due personaggi precedentemente disponibili solo come DLC. La presenza di nuovi mostri e di una versione potenziata di Palmyra, l’avversario opzionale “da battere” per dimostrare la propria padronanza dei sistemi di crafting e di combattimento sono invece poco più che riempitivi all’interno di prodotti che indubbiamente necessitano anche di una componente narrativa minimamente valida per risultare completi. Ben più apprezzabile resta l’introduzione di veicoli e di strumenti per mitigare i problemi esplorativi che la struttura open world ha portato in dote.
Atelier Firis DX si presenta su PC in una veste tecnica quasi identica a quanto visto nella sua prima incarnazione, ma gli effetti di post processing e di gestione delle ombre sono stati corretti. Rispetto a Sophie si tratta di un titolo decisamente più pesante dal punto di vista grafico, e le prestazioni non brillano su PC – una scheda da 1000€ della generazione attuale riesce a gestirlo a 4k, ma non raggiunge i 100 fps: non proprio una grande ottimizzazione, considerando il livello grafico.
Atelier Lydie & Suelle si proponeva di chiudere la trilogia ribilanciandone gli elementi, segno evidente che lo sviluppo era ispirato da principi di reazione più che di progettazione. L’esplorazione torna ad aree, i limiti temporali per le missioni principali sono nuovamente dimenticati e l’atelier torna ad avere una sede cittadina; combat system e crafting seguono le linee evolutive del titolo precedente, ma se la chiusura dell’arco narrativo di Sophie – che giunge proprio in questo capitolo – sopravanza di netto l’interesse suscitato dalle vicende delle due protagoniste, qualcosa continua a non funzionare. I contenuti aggiuntivi per questo terzo Atelier vedono sempre l’inclusione dei personaggi precedentemente disponibili solo in forma di DLC – oltre che di costumi e brani musicali – ma anche alcune caratteristiche aggiuntive fra abilità, livelli, mini-eventi, avversari e test, oltre un nuovo “mondo” dedicato a Nelke (la protagonista di un episodio semi spin-off della saga Atelier) e contaminazioni sonore da altri titoli del portfolio Koei Tecmo/Gust come Nights of Azure 2 e Blue Reflection, coetanei dello stesso Lydie & Suelle e sicuramente più riusciti dal punto di vista artistico che non da quello ludico e narrativo. Questa riedizione PC è quanto mai paragonabile alla precedente, e benché le opzioni grafiche a disposizione del giocatore aumentino, anche l’impatto prestazionale aumenta di pari passo, di un 15-20% rispetto ad Atelier Firis DX. Lydie & Suelle fu il primo titolo a usare in modo pesante il bloom, in una moda che la serie segue tutt’ora e che giunge a livelli quasi accecanti in Atelier Ryza 2. Per fortuna in questo caso sono solo un paio di aree ad essere affette, così che l’abbronzatura da monitor/tv sia solo propedeutica alla vicina estate, e non dannosa per la pelle. Il doppiaggio, a differenza di Sophie e Firis, è solamente in giapponese, esattamente come quanto accaduto nelle edizioni originali dei tre giochi.
È difficile dare un giudizio globale a questa particolare opera DX. La trilogia Mysterious è piuttosto recente, e l’opera di recupero sembra più dettata da una esigenza di integrazione dei contenuti scaricabili piuttosto che da un vero e proprio intervento di svecchiamento. Le piccole modifiche “Quality of Life” sono certamente più che benvenute, e contribuiscono a innalzare il ritmo di una trilogia che, come più volte ribadito, ha purtroppo poco da raccontare al di là del puro gameplay. E proprio in questo senso casca l’asino: chi potrebbe essere realmente interessato alla Atelier Mysterious Trilogy Deluxe Pack? I fan di vecchia data hanno probabilmente giocato le versioni originali da poco, e la non compatibilità dei salvataggi non rende fruibili queste nuove versioni come mere raccolte di “contenuti aggiuntivi”. I nuovi giocatori potrebbero trovare maggiori soddisfazioni avvicinandosi a trilogie decisamente più riuscite di questa, fortunatamente presenti sulla stessa piattaforma di distribuzione. È sicuramente lodevole che l’utenza Switch possa ora godere dell’intera esperienza Mysterious, e se qualcuno volesse giocare Sophie, Firis o Lydie & Suelle, questi capitoli DX sono sicuramente le versioni migliori da procurarsi, tanto dal punto di vista contenutistico che da quello prettamente ludico.
Atelier Mysterious Trilogy Deluxe Pack fa molto e poco allo stesso tempo. La rimozione dagli store delle versioni originali dei tre titoli “Mysterious” la rende l’unica versione acquistabile ai nuovi giocatori, e sicuramente sarebbe stata la più consigliabile, grazie alle novità introdotte e all’integrazione dei costosissimi DLC. Rimane il problema: in quanti possono essere interessati ad una raccolta che propone tre videogiochi relativamente recenti e dalla riuscita infelice? Soprattutto quando la stessa trilogia viene proposta a 89,99 euro, o 39,99€ ad episodio, si volessero comprare separatamente.