Canta e balla con Neptune e le sue amiche CPU!

La saga di Hyperdimension Neptunia continua la sua folle corsa verso l’occidente con un nuovo episodio, stavolta votato a velleità gestionali piuttosto che a logiche RPG, genere ludico nel quale la serie si è sempre riconosciuta sino ad oggi. I geniacci dietro le avventure di Nep-Nep e le amiche CPU, tutte rappresentazioni antropomorfe di console da gioco, hanno stavolta deciso di omaggiare il genere IDOL-Simulator, tipologia di videogame molto popolare in Giappone, ma quasi del tutto sconosciuta in occidente, rappresentata in madrepatria dal franchise “THE IDOLM@STER” di Bandai Namco. Lo scopo di questi titoli è quello di seguire l’ascesa verso il successo di un’idol, una figura piuttosto comune nello showbiz nipponico, tuttavia non traducibile con nessun termine occidentale. Essere un’idol significa essere ballerina, attrice, cantante, ma anche conduttrice ed esempio civico e morale per i propri fans, i quali sono religiosamente votati alle loro figure. Le Idol (così come il loro corrispettivo maschile, gli idol) sono persone che vengono lanciate verso il successo da case discografiche o di produzione cinematografica, date in pasto ai media e al terribile mondo del fanatismo (a tal proposito, consigliamo la visione del film d’animazione Perfect Blue del compianto maestro Satoshi Kon).

Ovviamente il titolo Compile Heart, così come la serie Bandai Namco, non ha alcuna pretesa di tratteggiare con realismo la figura delle idol o del mondo dello spettacolo che le circonda, ma è solo un modo per celebrare la carineria e il fattore “moe” di queste attraverso coreografie, costumi, burlesque e motivetti catchy. Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection segue questo filone video-ludico, proponendo un gameplay che risulta essere la versione leggera e maggiormente user-friendly del già citato titolo Bandai Namco. L’ultima fatica di Compile Heart in oggetto è una lettera d’amore indirizzata ai fans della serie e agli amanti dell’estetica anime “moe”, tant’è che il gioco stesso, al suo avvio, invita i giocatori a “non prendere sul serio” ciò che viene dipinto dal titolo nel corso della storia, premettendo che tutto ciò che verrà raccontato non sarà considerato canonico ai fini della continuità narrativa della serie.

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Cliché e tropes per tutti!

2014-05-29-064650Il mondo di Gameindustri, l’universo narrativo di Hyperdimension Neptunia, è scosso dall’arrivo di un gruppo di idol formato dagli acerrimi nemici provenienti dal passato delle dee che governano i quattro regni di Lastation, Leanbox, Lowee (vi suonano familiari?) e Planeptune. Il gruppo, chiamatoMOB-48 (riferimento al popolare gruppo di idol realmente esistente chiamato AKB48) ha guadagnato da subito una popolarità tale da far tentennare la devozione dei fedeli nei confronti delle quattro divinità, azzerando il loro “share”, una percentuale numerica che indica il livello di potere e il grado di influenza che queste possono esercitare. Per poter contrastare lo strapotere dei MOB-48, le quattro protagoniste decidono di evocare un produttore da un’altra dimensione che possa aiutarle nel loro debutto nello showbiz, tuttavia a causa di uno strano scherzo del destino, finiranno per evocare… il giocatore. Maschio, e nel pieno della sua eterosessualità, si intende.

HN:PP non si perde in particolari preamboli, per quanto la sceneggiatura soffra di un’evidente tendenza allo sproloquio, e introduce fin dalle prime battute i concetti basilari del gioco. Scelta la propria eroina preferita – o, più semplicemente, quella che vorremo trasformare nella migliore idol di Gameindustri – il giocatore verrà informato dei termini e delle condizioni entro i quali dovrà consegnare al mondo una nuova stella: 180 giorni di tempo da suddividere in promozione, allenamenti, concerti e… divagazioni romantiche, senza mai stressare troppo l’eroina di turno, pena la schermata di game over.

Essendo il titolo fortemente mirato alla fanbase del franchise, non può che presentare una massiccia dose di fanservice, laddove il gameplay gestionale risulta quasi del tutto accessorio. Nonostante, infatti, il sistema di gioco introduca, nelle sue innumerevoli schermate di grafici, percentuali e indicatori il grado di affinità con le varie protagonista, le statistiche indicanti le loro singole abilità e l’impatto della loro figura in termini di popolarità e vendite, la sensazione è che le performance canore, ovvero il fulcro dell’esperienza di gioco, non vengano mai realmente influenzate dai freddi numeri, quanto piuttosto dall’abilità con cui il giocatore gestisce la regia dinamica dei concerti.

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Durante gli spettacoli è possibile attivare effetti speciali, luci e giochi pirotecnici premendo i tasti quadrato, triangolo ed X, mentre con cerchio e l’aiuto della croce direzionale si gestiscono inquadrature, fotografia e zoom drammatici su particolari, come seni rimbalzanti – in modo fin troppo accentuato – e close up sulle tenere espressioni lanciate dalle protagoniste, chiaramente caratterizzate seguendo un’estetica estremamente moe. Anche in questo caso il gameplay risulta molto semplificato, con una votazione finale che sembra premiare il button mashing piuttosto che una vera ricerca del bello nelle inquadrature e nella coreografia. Sempre in occasione dei concerti è possibile definire l’aspetto della propria protagonista attraverso un didascalico editor a menù che permette di personalizzare mise, accessori e colore dei capelli, ma anche in questo caso le scelte operate dal giocatore si riveleranno del tutto ininfluenti in termini puramente ludici. Tornando alle attività manageriali, è possibile scegliere come passare i giorni fra diverse attività, come gli allenamenti, l’auto-promozione o cercare di instaurare rapporti d’amicizia con le idol avversarie per arrivare a formare un duo o un trio. Ogni tipologia di attività che esula dall’ambito ricreativo andrà a incrementare un indicatore dello stress che, se non verrà azzerato con attività rilassanti, determinerà la fine prematura dell’avventura del giocatore. Durante il succedersi delle giornate è possibile incontrare degli eventi unici legati al personaggio o all’affezione che questo prova nei confronti del giocatore. In questi casi, il più delle volte, si verrà chiamati a rispondere a dei quesiti con più possibilità di replica, stratagemma che permetterà di seguire decisioni sempre migliori man mano che si inseguiranno i molteplici walkthrough di uno specifico path narrativo per poter sbloccare tutti i finali e tutti i collezionabili ivi nascosti.

Non chiamatele veline!!Come già anticipato poco sopra, HN:PP è una lettera d’amore indirizzata ai fans del franchise che ricalca l’aspetto e il gameplay – seppur semplificandolo all’osso – di un genere videoludico totalmente inedito in occidente. Chiaramente, il focus dell’operazione commerciale lanciata da Compile Heart e raccolta in occidente da NISA è soprattutto quello di dare ai fans della serie Hyperdimension Neptuniaquello che hanno sempre voluto: la possibilità di interagire in primo luogo con le proprie eroine. Non importa che il pretesto sia seguire uno sconclusionato titolo manageriale in cui il successo è determinato in modo pressapochistico, l’importante è poter seguire da vicino la quotidianità delle quattro divinità e dei personaggi che fanno loro contorno. In questo senso, HN:PP si dimostra coerente con quanto ci si potrebbe aspettare da un titolo puramente fanservice, ed è molto interessante notare come, al netto di un’esperienza ludica praticamente scheletrica, il titolo offra una sceneggiatura ricca, con tanto di path narrativi plurimi, molteplici finali e momenti narrativi che, seppur scritti seguendo un tono molto leggero, tradiscono una certa drammaticità di fondo, soprattutto sulle battute finali.

2014-05-29-094414Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection contiene ben 39 trofei: uno di platino, quattro dorati, dodici argentei e ventidue bronzei. La maggior parte dei trofei sono facilmente ottenibili giocando ai singoli path narrativi dedicati alle protagoniste, dove ognuna di loro presenta ben tre finali. L’unico modo per poter sbloccare tutti gli ending è quello di rivivere almeno tre volte la storia di ognuna della protagoniste, per un totale di un gran numero di ore in compagnie delle lolite moe di Hyperdimension Neptunia. E chi si lamenta!!

Per poter sbloccare tutti gli epiloghi, vedere le sequenze nascoste, collezionare tutti i vestiti e poter utilizzare personaggi inizialmente inaccessibili, sarà necessario finire l’avventura diverse volte, ma fortunatamente è possibile importare, di walkthrough in walkthrough, le statistiche maturate e gli oggetti sbloccati. Oltre alla modalità carriera, è possibile dilettarsi in una divertente modalità libera in cui poter cantare e ballare liberamente sfoggiando i vestiti e gli accessori sbloccati nella campagna, mentre una modalità bonus chiamata “Viewer” permette di visionare nel dettaglio i modelli poligonali delle protagoniste e di interagire con i loro stilizzati corpi mediante le superfici touch, sia del display sia del touchpad posto sul retro della console. Sfizioso.

Tecnicamente il titolo risulta molto gradevole, con una direzione artistica deliziosa e impreziosita da un character design elegante, dai tratti volutamente naif. La grazia degli artwork bidimensionali, resi vivi e pulsanti da idle animations anche durante le fasi di dialogo a box testo, lascia spazio a una modellazione poligonale più che sufficiente, ma non particolarmente curata sotto il profilo delle animazioni e delle texture. Palcoscenici, elementi di sfondo ed effetti di luce soffrono il peso di una qualità tecnica media al di sotto di ogni standard ormai accettabile su console portatile Sony, andando a riconfermare, purtroppo, un trend che la serie si trascina dietro fin dai suoi albori. Fortunatamente, i colorati menù testuali, lo splendido OLED di Vita e i modelli poligonali dei personaggi riescono a donare al titolo una presentazione tutto sommato accettabile, benché sia doveroso sottolineare come, visivamente, HN:PP soffra di una certa povertà tecnica generale. Il comparto sonoro è composto da musiche di sottofondo di discreta fattura estratte direttamente dai titoli mothership e temi canori orecchiabili e dall’influenza fortemente JPOP. E’ triste sottolineare come il numero di brani cantati sia veramente esiguo, soprattutto considerando come il tema dello spettacolo sia il perno attorno al quale il titolo costruisce tutta la sua narrazione e la sua identità. Il doppiaggio, realizzato dallo stesso cast di attori delle incarnazioni precedenti del franchise, è stucchevole nella sua versione inglese e ben realizzato in quella giapponese, traccia che, come sempre, consigliamo di selezionare all’inizio del gioco.

hyperdimension-neptunia pp coverHyperdimension Neptunia: Producing Perfection

Sviluppatore: Tamsoft
Publisher: NIS America
Genere: Gestionale/Rhythm game
Disponibile: Retail + Digital
PEGI: 12+
Lingua: Inglese

Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection non è un titolo mal realizzato, bensì un videogioco destinato ad un target specifico dal quale non vuole allontanarsi per nessuna ragione: i fans della serie originale e gli amanti della stile Moe, persone per le quali i limiti ludici e tecnici del titolo verranno opportunamente bilanciati da una grande dose di fan service e dialoghi più o meno umoristici. La serie riconferma la sua totale estraneità al grande mercato occidentale, continuando a puntare ad una specifica utenza che potrà trovare, anche in questo capitolo, abbastanza elementi in grado da controbilanciare qualsiasi mancanza. Per i fan della serie è consigliabile alzare il voto totale del prodotto di almeno un’unità e mezzo, mentre per gli altri rimane un colorato esempio di gameplay strampalato e sfiziosità ludiche ed estetiche orientaleggianti.

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Good

  • Farà impazzire i fan della serie
  • Graficamente molto carino da vedere
  • Formula di gioco inedita in occidente

Bad

  • Solo per amanti della serie e dell'estetica Moe
  • Poche canzoni in cui cimentarsi
  • Gameplay quasi del tutto assente
6

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.