Giovedì 31 marzo 2016 siamo stati invitati da Laboratorio Comunicazione, Nintendo, Viz Media e Hasbro a Milano alla conferenza di lancio di Yokai Watch in Italia. Per chi fosse a digiuno di animazione giapponese e trend del paese del Sol Levante, trattasi di un’opera cross-mediale che tocca forme ludiche differenti, come manga, anime, videogiochi, ma anche l’intrattenimento per i più piccoli, come giocattoli, figures e medagliette collezionabili.
La speranza dei grandi nomi coinvolti nella localizzazione di questa serie, lanciata in Giappone nell’ormai lontano 2013, è quella di riuscire a toccare e, perché no, superare il grande successo della serie Pokémon, nata in sordina grazie all’omonimo videogioco ed esplosa successivamente in tutto il mondo grazie all’impegno di Nintendo, Shigeru Miyamoto e Satoshi Tajiri. Io e Simone ci siamo fatti una chiacchierata in merito, analizzando l’opera attraverso le sue incarnazioni e sollevando quelli che, secondo il nostro parere, potrebbero essere gli ostacoli più grandi che si parano d’innanzi a Yokai Watch e al suo futuro in Occidente. D’altronde in America il gioco per Nintendo 3DS non è riuscito neanche lontanamente a toccare i risultati visti in Giappone, e non ci stupirebbe presenziare all’ennesimo flop western di un grandissimo fenomeno ad occhi a mandorla: pensiamo a Fantasy Life, sempre di Level 5, o a Puzzle Dragon, serie che in Giappone hanno mosso milioni di giocatori e che qui nel Bel Paese faticano addirittura ad essere apprezzate da quei pochi appassionati hardcore dei prodotti Level 5.
Ricordo che l’adattamento animato andrà in onda alle 18 e 50 su Cartoon Network dal 12 aprile, mentre il videogioco per Nintendo 3DS sarà disponibile dal 29 aprile.